2016-05-18 14:18:00

Giornata internazionale dei Musei: un bene da valorizzare


“Musei e paesaggi culturali” è questo il tema di riflessione della Giornata Internazionale dei Musei 2016 che si celebra oggi. L’iniziativa è dell’Icom, International Council of Museums, che riunisce migliaia di aderenti in tutto il mondo. Allo stesso tema sarà dedicata anche la 24.esima Conferenza generale dell’organizzazione che si svolgerà a Milano dal 3 al 9 luglio con la partecipazione di professionisti museali di più di 130 Paesi. Obiettivo della Giornata di oggi è la valorizzazione del ruolo del museo all’interno della società con un richiamo alla sua responsabilità nei confronti dell’ambiente e del territorio. Ascoltiamo al microfono di Adriana Masotti il presidente dell’Icom Italia, Daniele Jalla:

R. – E’ un'iniziativa che dura dal 1977 ed è il giorno in cui i musei si aprono al pubblico per spiegare quello che fanno, come operano e, al tempo stesso, per riflettere su un tema in particolare. Il tema di quest’anno è: “Musei e paesaggi culturali”.

D. – Una Giornata dedicata ai musei, probabilmente si vuol valorizzare questa realtà. E in Italia, oggi, c’è bisogno di questo?

R. – Ce ne è sempre bisogno! I musei sono delle strutture che operano quotidianamente e che, proprio perché fanno parte del paesaggio quotidiano, hanno bisogno di essere ricordate al pubblico. E in questo momento, che è un momento di grande trasformazione dei musei statali innanzitutto, è estremamente importante che si capisca che ruolo possano avere i musei rispetto al patrimonio culturale nel suo complesso. Di qui il tema dei paesaggi culturali.

D. – Che cosa si intende concretamente per “paesaggi culturali”?

R. – In Italia si è parlato molto, dagli anni Settanta in poi, di rapporto tra museo e territorio. Il richiamo che questa prospettiva di lavoro fa è un museo molto attento al presente, perché il paesaggio è il presente; e noi sappiamo anche che l’Italia, in qualunque suo punto, conserva un patrimonio che costituisce un paesaggio da capire, conservare, valorizzare e modificare continuamente.

D. – Un museo in città – pensiamo a Firenze, Milano, Roma – in che modo può essere più attivo sul territorio?

R. – Guardi, io mi trovo in questo momento nel Ghetto di Roma: esiste un museo ebraico, ma a fianco c’è il Portico d’Ottavia e c’è un mondo che vive intorno al museo, che fa parte della storia stessa. E’ possibile pensare un museo ebraico senza il Ghetto? Il nostro museo è un museo a cielo aperto, l’Italia è un museo a cielo aperto. E’ impensabile che non ci sia una relazione stretta tra il museo e il suo contesto.

D. – Quali vantaggi potrebbero derivare da questa relazione stretta?

R. – Il vantaggio principale è una tutela attiva del patrimonio. Si dice che il museo conserva e comunica i beni che ha; tutelare significa giuridicamente proteggere: ma se non c’è una comunicazione costante del valore del patrimonio è difficile che questo valore sia condiviso. Per questo un museo che svolge una funzione anche al suo esterno è uno strumento di tutela attiva che coinvolge la popolazione, le comunità e il suo pubblico. E’ un modo per avere un approccio integrale al patrimonio. Pensi al ruolo che possono avere - da questo punto di vista - i musei ecclesiastici, ad esempio… Fra l’altro nella Lettera Circolare, che è stata fatta molti anni fa, si invita proprio alla formula del “museo diffuso”, che comprenda sia i beni che non è possibile conservare in sito e che sono conservati nel museo e sia i luoghi da cui provengono, in un approccio – appunto – in cui si esce dal museo e si entra nella realtà viva. Il museo è uno strumento per valorizzare questo insieme.

D. – Nel luglio prossimo Milano ospiterà una grande conferenza dell’Icom proprio sullo stesso tema, e ci sarà il confronto con i musei di tutto il mondo…

R. – Noi ci aspettiamo dai 3 ai 4 mila colleghi, provenienti da tutto il mondo, che negli ultimi anni hanno sviluppato la stessa tematica, con prospettive ovviamente diverse da Paese a Paese. L’interesse è proprio quello di confrontarsi con la visione che ne hanno: che cos’è il paesaggio per ciascuno? Quale tipo di realtà affrontano? In che modo? Ci auguriamo che una prospettiva, che è stata una prospettiva della museologia italiana, diventi una prospettiva della museologia del mondo.








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