2016-05-18 12:30:00

Francesco: ignorare il povero è disprezzare Dio


“Nei poveri ci viene incontro Gesù”. L’udienza generale di Papa Francesco parte dal Vangelo sull’uomo ricco e il povero Lazzaro. Al centro, la misericordia – alla quale è dedicato il nuovo ciclo di catechesi che Papa Francesco sta tenendo – e il suo legame con la povertà. Sotto un sole delicato, il Papa prima dell’udienza ha compiuto un consueto giro in papamobile in Piazza San Pietro, fermandosi di tanto in tanto per salutare e abbracciare la gente, in particolare alcuni piccoli bambini. Il servizio di Debora Donnini:

Due persone la cui vita sembra scorrere su binari paralleli: l’uomo ricco indossa vesti preziose, Lazzaro giace fuori dalla sua porta, coperto di piaghe. L’uomo ricco banchetta lautamente, Lazzaro muore di fame, cercando di mangiare qualche avanzo della mensa del ricco. La catechesi di Francesco ruota tutta attorno a queste due figure, per spiegare il legame profondo fra la misericordia e la povertà nel mistero della salvezza. “Lazzaro – dice il Papa – rappresenta bene il grido silenzioso dei poveri di tutti i tempi e la contraddizione di un mondo” in cui immense ricchezze sono “nelle mani di pochi”:

“Escludendo Lazzaro, non ha tenuto in alcun conto né il Signore, né la sua legge. Ignorare il povero è disprezzare Dio! E questo dobbiamo impararlo bene: ignorare il povero è disprezzare Dio”.

A condannare non è la ricchezza ma la mancanza di compassione
Non a caso Lazzaro significa “Dio aiuta”: egli – nota il Papa – è “un richiamo vivente” rivolto al ricco a ricordarsi di Dio. Ma il ricco è sordo a tale richiamo. E quindi, Papa Francesco dice chiaramente che sarà condannato non “per le sue ricchezze”, ma per “essere stato incapace di sentire compassione per Lazzaro” e soccorrerlo. La sorte dei due, infatti, a un certo punto si inverte: arriva la morte e il povero Lazzaro viene portato in cielo, mentre il ricco precipita tra i tormenti. Allora, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro a bagnargli la lingua:

“Adesso il ricco riconosce Lazzaro e gli chiede aiuto, mentre in vita faceva finta di non vederlo. Quante volte – quante volte! – tanta gente fa finta di non vedere i poveri! Per loro i poveri non esistono…”.

Il legame fra la misericordia verso gli altri e la misericordia di Dio
Abramo offre la chiave di tutta la parabola, spiegando che beni e mali sono stati distribuiti in modo da compensare l’ingiustizia terrena: finché Lazzaro stava alla porta del ricco, per questi vi era possibilità di salvezza. Poi, la situazione diventa irreparabile. Papa Francesco sottolinea, quindi, che “Dio non è chiamato direttamente in causa” ma c’è un legame fra la misericordia verso gli altri e la misericordia di Dio:

“La misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo; quando manca questa, anche quella non trova spazio nel nostro cuore chiuso, non può entrare. Se io non spalanco la porta del mio cuore al povero, quella porta rimane chiusa. Anche per Dio. E questo è terribile”.

Povertà e misericordia: la via per la salvezza
Il discorso del Papa, quindi, punta dritto al legame fra la compassione per i poveri e la conversione. Il ricco, una volta finito fra i tormenti, vorrebbe avvertire i suoi fratelli che rischiano di fare la sua stessa fine, ma Abramo sottolinea che per convertirsi c’è la Parola di Dio. Non servono eventi prodigiosi. Il ricco, però, non l’ha lasciata entrare nel suo cuore, per questo non ha avuto compassione. La Parola di Dio,  infatti, spinge ad amare il prossimo:

“Nessun messaggero e nessun messaggio potranno sostituire i poveri che incontriamo nel cammino, perché in essi ci viene incontro Gesù stesso”.

Dunque, per Papa Francesco nel rovesciamento delle sorti di Lazzaro e del ricco, è nascosto “il mistero della nostra salvezza, in cui Cristo unisce la povertà alla misericordia”.

Saluti finali nel giorno del compleanno di San Giovanni Paolo II
Nei saluti finali il Papa ha ricordato che oggi, 18 maggio, è il giorno della nascita di San Giovanni Paolo II. Ha quindi rivolto un pensiero a tutti i polacchi presenti, ai partecipanti alla Messa nel cimitero polacco di Montecassino a ricordo dei caduti e a coloro che sono radunati a Toruń per la consacrazione del Santuario della “Beata Vergine Maria Stella della Nuova Evangelizzazione e di San Giovanni Paolo II”. Tra i presenti a cui Francesco rivolge i suoi saluti, anche un gruppo proveniente dall’Egitto, i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa ospiti del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, i ragazzi del reparto oncologico dell’ospedale Bambino Gesù e gli studenti dell’iniziativa “Raccontiamo il Giubileo”.








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