2016-05-17 15:30:00

Giornata contro omofobia. Mattarella: contrastare l'intolleranza


In tutto il mondo si celebra oggi la Giornata contro l’omofobia. L’intolleranza e le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali sono un fenomeno ancora diffuso: in 13 Paesi l’omosessualità è un reato per il quale è prevista la pena di morte, in 75 il carcere. Secondo fonti giornalistiche sono stati 104 in Italia gli episodi di intolleranza nell’ultimo anno. Le persone omosessuali e transessuali sono - secondo alcune associazioni - bersagli privilegiati di rapine, pestaggi e ricatti e più frequentemente di derisione o di mobbing sul lavoro. In occasione della Giornata, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinea che “è inaccettabile che l’orientamento sessuale delle persone costituisca il pretesto per offese e aggressioni”, così come “è inaccettabile che ciò determini discriminazioni sul lavoro e nelle attività economiche e sociali” . Mattarella ha inoltre ricordato che “l’intolleranza deve essere contrastata attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo, il rispetto”. Una Giornata, dunque, opportuna quella di oggi? Adriana Masotti lo ha chiesto al sociologo, Mario Pollo, professore associato di Pedagogia Generale e Sociale della Facoltà di Scienze della Formazione della Lumsa di Roma:

R. – Sì: dal punto di vista simbolico è opportuno perché ricorda come persone che hanno un orientamento sessuale differente non godano – in molti Paesi – del rispetto della loro dignità umana e sono soggetti, spesso anche nel nostro Paese, a scherno, emarginazione … E quindi, credo che qualcosa che ricordi che al di là di ogni orientamento, ogni persona umana ha la pienezza di dignità e questa dev’essere da tutti riconosciuta, sia importante.

D. – L’Unione Europea ha chiesto a tutti i Paesi membri di cancellare dai propri ordinamenti fattori di discriminazione nei confronti di chi ha un diverso orientamento sessuale e in molti Paesi si stanno facendo leggi in questo senso, anche in Italia. Oggi il Presidente Mattarella richiama di nuovo istituzioni e società a respingere intolleranze e discriminazioni …

R. – Io credo che sia importante fare una legge, ma sia altrettanto importante un’azione culturale ed educativa che cambi anche la mentalità delle persone, perché di solito le leggi funzionano quando in qualche modo esprimono un sentire comune. Quindi è importante fare la legge, ma è forse ancora più importante un’azione educativa, una promozione culturale che liberi il campo dagli stereotipi, dai pregiudizi, da tutta una serie di elementi che sono alla base di quei comportamenti che vengono descritti come “intolleranti”, “omofobici”, ecc…

D. – Però non possiamo, credo, nasconderci che a volte – nei film oppure in una certa informazione – si finisce quasi a discriminare in senso contrario. E’ una mia impressione?

R. – No, no. non è una sua impressione, perché si passa in alcuni casi da una intolleranza, quasi come reazione opposta, a una sorta di "beatificazione della condizione". Un conto, infatti, è dire: chi vive quella situazione ha pienezza di diritti e ha diritto alla sua dignità, alle sue scelte e questo è sacrosanto. Ma questo non può però diventare un modello ideale, perché purtroppo il rischio è che quando  si abolisce un certo tipo di atteggiamento, si vada nel fronte opposto pretendendo che quella addirittura sia una condizione quasi privilegiata.

D. – Quindi l’atteggiamento giusto è proprio quello a cui lei accennava, cioè ritornare a sottolineare la centralità della persona, qualunque sia il suo orientamento….

R. – La centralità della persona, della sua dignità; quindi senza giudizi di valore: non “tu vali meno perché hai un orientamento diverso”, ma “tu hai la stessa dignità mia”. Il rischio, poi però, è che se uno dice, ad esempio, che non è d’accordo sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, è accusato di essere omofobo. Un conto invece è rispettare la dignità e i diritti dell’altro e un conto è mantenere su questioni importanti e rilevanti, differenze di concezioni e di visioni della realtà e del mondo. Per cui, se è legittimo rivendicare la libertà delle proprie scelte da un lato, è altrettanto giusto che intorno a certi temi ci sia libertà da parte di altri di manifestare posizioni diverse pur nel pieno rispetto dell’altro. Questo è il punto di equilibrio che vedo si fa ancora fatica a trovare.

D. – Un passaggio difficile è, dunque, quando si passa da un piano individuale a quello delle nuove formazioni sociali: anche il Papa dice che non vanno giudicate le persone omosessuali, non vanno emarginate, però – dice – non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione...

R. – Proprio questo è l’elemento centrale per cui io posso rispettare, posso anche tutelare questo tipo di unione, ma non la posso certamente equiparare alla classica, tradizionale famiglia, la famiglia nel senso pieno della parola.








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