2016-05-16 16:05:00

Diplomazia pontificia: il nunzio è soprattutto un pastore


“Intelligenza, arte e soprattutto carità. I nunzi con cui ho collaborato vivevano così il loro servizio e quando sono stato io capo missione quelli erano gli ideali che cercavo di perseguire. La bellezza del ruolo del nunzio apostolico è proprio il poter essere parte di una Chiesa in cammino”. Mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo-Prelato di Loreto, già nunzio apostolico in Bolivia, Kenia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Islanda, commenta le parole che Francesco ha rivolto, il 12 maggio, ai sacerdoti della comunità della Pontificia accademia ecclesiastica. Il Papa, parlando ai futuri diplomatici della Santa Sede, ha ricordato che il ministero nelle rappresentanze pontificie va svolto con una diplomazia intelligente fatta di arte e carità, che costruisca ponti con le culture, le società e i Governi, rendendo presente la Chiesa e dando voce al Vangelo”.   

Un ambasciatore 'sui generis'

“Il contributo che un nunzio può apportare in una comunità ecclesiale – spiega il prelato – si basa moltissimo sulla conoscenza della gente del posto, del popolo che vive in un determinato Paese. Il rappresentante pontificio può infatti avere un tipo di conoscenza e di informazioni che mancano completamente ad altre ambasciate: tutte quelle notizie di prima mano sulla vita quotidiana che arrivano da ogni parrocchia e da ogni diocesi. Notizie dirette che non riguardano solo la vita ecclesiale, ma anche la vita sociale, il livello di povertà o il rispetto dei diritti umani”.

Il nunzio 'questo sconosciuto'

Sulle caratteriste peculiari della diplomazia pontificia, che fanno del nunzio un ambasciatore 'sui generis', si sofferma Matteo Cantori nel volume ‘La diplomazia pontificia, aspetti ecclesiastico – canonistici’, appena pubblicato dalla Tau editrice.  “Spesso – spiega l’autore – i nunzi sono descritti come figure astratte, lontane dal popolo di Dio, di cui s’ignorano i reali compiti. Si tratta invece di diplomatici più che mai vicini e incardinati nella realtà del Paese in cui sono chiamati a vivere e operare. Nell’evoluzione del diritto canonico e del magistero della Chiesa il loro ruolo si è precisato come eminentemente pastorale”. “La funzione dei nunzi – spiega mons. Tonucci, autore della prefazione del volume, – si basa sulla realtà della Chiesa. Essi non hanno, come gli ambasciatori degli Stati, interessi specifici da mantenere, nulla da vendere o da comperare. La Chiesa parla del Vangelo e il nunzio non è che uno strumento per portare e far conoscere la parola del Papa e quindi i valori che difendono la pace, i diritti e le classi più deboli”.

Intelligenza, arte e carità

“L’arte del dialogo e la carità evangelica, di cui ha parlato il Papa. – spiega ancora Cantori – sono due caratteristiche che si completano. L’arte del dialogo significa soprattutto saper ascoltare, perché il diplomatico del Papa è una persona che si pone in ascolto e fa da tramite con il suo mandante. Lo spirito caritatevole deve invece innervare l’impegno per la giustizia e la pace del nunzio”.    








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