2016-05-13 14:47:00

Arcivescovo Singapore: impegnarsi nella società con valori cristiani


“Dobbiamo far  conoscere e amare Gesù. La Buona Novella non può rimanere nascosta, ma deve essere vista dagli altri in modo che doni loro luce”: questo il ‘mandato’ affidato ai fedeli di Singapore dall’arcivescovo della città, mons. William Goh, nel suo messaggio per la Solennità di Pentecoste, che ricorre il 15 maggio. Nel documento, citato dall’agenzia AsiaNews, il presule traccia un bilancio dell’attività della Chiesa nella difficile società di Singapore, molto spesso sorda ai richiami della fede, descrivendo i limiti e le responsabilità dei singoli fedeli.

Appello all’unità nella verità
Il primo appello di mons. Goh è all’unità della società: “Quello di cui il mondo più ha bisogno in questo momento è unità”, ha detto, ribadendo che “non ci può essere unità senza amore, e non ci può essere amore che non sia fondato sulla verità”. Ma dove trovare verità?. La risposta della Chiesa, scrive l’arcivescovo, “è lo Spirito Santo che ci guida a Gesù, pienezza della verità”. Per questo motivo,“i cristiani sono chiamati a giocare un ruolo attivo nella società, per costruire un’unità che non sia superficiale come quella che lega il mondo ora”.

Una comunicazione attiva della fede
Di qui, il richiamo del presule affinché “i cattolici siano pronti, come individui, a parlare e ad impegnarsi per la loro fede e i valori cattolici”, tanto più che “al giorno d’oggi ci sono molti strumenti possibili: Internet, i social-network ed i mass-media”. Non possiamo permetterci di rimanere spettatori, in disparte, mentre la nostra fede è sfidata, denigrata e ridicolizzata”, ha ribadito mons. Goh.

Conoscere bene gli insegnamenti della Chiesa
“Ma prima di poter fare tutte queste cose – avverte l’arcivescovo – dobbiamo essere educati nella fede”. Ed è qui che il presule descrive le difficoltà della comunità cattolica singaporiana: “La nostra conoscenza della fede e degli insegnamenti della Chiesa è debole e superficiale”, tanto che “meno del 10% delle Congregazioni sono coinvolte nel servizio della Chiesa”. Inoltre, “esse sono spesso troppo preoccupate dal ‘fare’, e non hanno tempo per la formazione spirituale e dottrinale”.

Rafforzare senso di comunità e praticare la misericordia
L’arcivescovo punta il dito anche contro “lo scarso senso di comunità” che hanno le persone che si recano a Messa la domenica, e la tristezza suscitata da laici e religiosi che non si esprimono in favore della fede o la tradiscono per denaro. Allo stesso tempo mons.Goh mette in guardia dall’essere “troppo giudicanti. In questo Giubileo della misericordia ci viene ricordato il Vangelo della compassione e del perdono”. “Noi ci impegniamo per Gesù – conclude il presule – non per condannare gli altri, ma per testimoniare una pienezza di vita, di verità e di amore”.








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