2016-05-11 12:00:00

Sud Sudan: plauso per nuovo governo di unità nazionale


La Commissione nazionale per la guarigione, la riconciliazione e la pace in Sud Sudan (Cnhpr) saluta con soddisfazione la formazione del nuovo Governo di unità nazionale (Tgonu), guidato dal presidente Salva Kiir e dal capo ribelle Riek Machar,  che dovrebbe porre fine a due anni e mezzo di guerra civile. La nuova coalizione è stata costituita alla fine di aprile con il compito di portare il Paese ad elezioni entro 30 mesi.

Primo segnale importante per l’attuazione degli accordi di pace del 2015
In una nota diffusa nei giorni scorsi, la Commissione, presieduta dal Primate anglicano Daniel Deng, esprime le sue congratulazioni ai due leader rivali e agli altri membri del nuovo Esecutivo, la cui formazione, dopo innumerevoli ritardi, accuse incrociate e opportunità mancate, sembra essere un primo segnale concreto della loro volontà di impegnarsi seriamente per l’attuazione degli accordi di pace (Arciss) siglati nell’agosto 2015.

La pace una responsabilità collettiva di tutti i sud-sudanesi
“Il Tgonu – afferma l’arcivescovo - sarà il primo test per i nostri politici e per tutti i sud-sudanesi che dimostrerà se possiamo convivere insieme e collaborare per il bene comune del nostro Paese” e “un’opportunità  per rinnovare la nostra immagine agli occhi di Dio e della Comunità internazionale”.  Nella, nota il rev.do Deng esorta il nuovo Esecutivo ad occuparsi innanzitutto del rimpatrio e del rientro in sicurezza degli sfollati nelle loro case. Quindi rivolge un appello a tutti i cittadini sud-sudanesi a sostenere il nuovo Governo “affinché possa portare un cambiamento dopo anni di sofferenze” e a “rinunciare a tutti i discorsi che incitano alla violenza”: “Abbiamo una responsabilità collettiva di difendere questa pace così che questo Paese possa vivere nell’armonia”.

Urgente l’istituzione di una Commissione nazionale di verità  e riconciliazione
Sta soprattutto ai leader politici dare l’esempio: il Paese resta infatti ancora diviso. Di qui l’invito alla coalizione di governo a porre tra le sue priorità il processo di guarigione, pace e riconciliazione nazionale, avvalendosi dell’aiuto delle Chiese e di altri organismi impegnati nel processo di pacificazione. Il primo passo da fare in questo senso – sottolinea - è di accelerare l’entrata in funzione di una Commissione nazionale di verità, guarigione e riconciliazione (Ctrh) alla quale la  Cnhpr è pronta a passare il testimone. Infine, l’appello a tutti i sudanesi ad aprirsi al “dialogo per risolvere i i loro contenziosi, sia a livello locale che politico ed a rinunciare alla violenza che porta solo distruzione e instilla l’odio nei cuori”.

Un nuovo capitolo nella breve storia del più giovane Stato africano
La formazione del Governo di unità nazionale in Sud Sudan segna l’apertura di un nuovo capitolo nella breve storia del più giovane Stato africano, martoriato da una guerra scoppiata nel dicembre 2013 che ha causato migliaia di morti, due milioni di sfollati e le accuse di crimini contro l’umanità mosse contro i due principali schieramenti in lotta - i miliziani di etnia dinka, fedeli al Presidente Salva Kiir, e l’esercito regolare di etnia nuer, guidato da Riek Machar - : dall’arruolamento dei bambini soldato allo stupro sistematico come strumento di guerra, ai massacri di civili inermi. (A cura di Lisa Zengarini)








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