“Tutti i nicaraguensi devono essere osservatori perché queste elezioni siano un vero segno di fratellanza e rispetto tra di noi”. Queste le parole del card.Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, in Nicaragua, a pochi giorni dall’indizione delle elezioni generali annunciata dal Consiglio Supremo Elettorale per il prossimo 6 novembre. A conclusione della celebrazione per il 36° anniversario delle apparizioni della Madonna nel Santuario di Cuapa, il porporato ha risposto alle domande dei giornalisti su diversi temi di attualità nazionale; tra questi, anche le elezioni e la violenza nel nord del Paese.
Trasparenza elettorale e campagna senza tensioni
L’arcivescovo Brenes ha riaffermato l’importanza della partecipazione di osservatori
nazionali ed internazionali per garantire la trasparenza del processo elettorale.
“Un tema – ha ricordato - che è già stato trattato dalla Conferenza episcopale nel
messaggio pubblicato in occasione delle elezioni municipali del 2014”. In particolare,
il porporato centroamericano ha manifestato la propria preoccupazione per l’andamento
delle campagne elettorali. “Innanzitutto mi auguro - ha detto - che ci sia una campagna
elettorale senza tensioni e che ognuno di noi possa offrire la propria idea del Paese
che vogliamo”. Il card. Brenes ha insistito, quindi, sull’importanza dell’ampia partecipazione
dell’elettorato e sulla tranquillità necessaria allo svolgimento dei comizi elettorali.
“Spero che all’indomani delle elezioni – ha detto - si possa tornare in tranquillità
alla propria vita ed al proprio lavoro per continuare a costruire pace, prosperità,
giustizia, verità e amore”.
Combattere la violenza e l'impunità
L’arcivescovo di Managua ha fatto eco alla preoccupazione dell’episcopato per la violenza
che attualmente colpisce particolarmente le zone rurali e del nord del Paese. “Veramente
la situazione è preoccupante” ha detto il porporato, che ha riferito il contenuto
di diverse conversazioni intrattenute con alcuni vescovi e sacerdoti della regione
che “si sentono tristi e demoralizzati” per le difficoltà e l’insicurezza che attanaglia
le popolazioni, in particolare i contadini. Negli ultimi mesi, un’ondata di crimini
terrorizza la popolazione, vittima - secondo gli analisti - della presenza sempre
più diffusa del crimine organizzato, specificamente del traffico di droga e di armi,
e della militarizzazione della regione. Il card. Brenes ha fatto un appello alle
autorità “perché facciano tutto l’umanamente possibile per fare chiarezza sui crimini,
in modo da tranquillizzare le famiglie nicaraguensi e creare un clima di fiducia in
vista delle elezioni”.
I Presidenti non si cambiano più con la violenza
Interpellato sul timore espresso da diversi settori della società in relazione al
fatto che la violenza nel nord del Paese potrebbe condizionare gli elettori e stimolare
l’astensionismo, il porporato ha invitato ciascun cittadino a non perdere il proprio
diritto, duramente conquistato, di avere l’opzione di eleggere le autorità attraverso
il voto. “Credo che siano finiti - ha detto il card. Brenes - i tempi nei quali si
cambiavano i Presidenti con la violenza, la guerra e il conflitto”. Infine, il porporato
ha lanciato un accorato appello ai cittadini, affinché partecipino al processo elettorale
in maniera civica, e ai candidati perché non si lascino trascinare da “euforie personalistiche”
e “presentino progetti di governo semplici, credibili e realizzabili”. (A
cura di Alina Tufani)
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