Sarà consegnato oggi alle 12.00, in Vaticano, a Papa Francesco il Premio Carlo Magno. Saranno presenti il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Il riconoscimento, attribuito ogni anno dalla città di Aquisgrana a personalità che si siano contraddistinte per il loro ruolo in favore dei valori europei, è stato assegnato al Pontefice per il suo impegno a costruire un’Europa di pace, fondata su valori comuni e aperta ad altri popoli e continenti. Recentemente hanno suscitato vasta eco, in particolare, le parole fortemente critiche pronunciate dal Santo Padre sulla condizione dei profughi nel vecchio continente. Ascoltiamo, al microfono Gudrun Sailer, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz:
R. – Die Zahl der Kritiker …
Il numero dei critici dell’Europa è molto grande.
Ma il Papa si distingue dalla maggior parte di loro per il fatto che non solo avanza
delle critiche, ma ci ricorda che potremmo fare meglio se ci ricordassimo le nostre
tradizionali forme di cooperazione e soprattutto i nostri valori. Per questo il Papa,
che come figlio di immigrati italiani in Argentina e poi per tanti anni arcivescovo
di Buenos Aires ha conosciuto un mondo diverso da quello privilegiato nel quale viviamo
noi europei, ci apre gli occhi e ci fa riflettere su quanto dovremmo essere grati
e riconoscenti per questo mondo meraviglioso che è l’Europa, nella quale ci è consentito
vivere. E’ questo che fa di lui un grande europeo.
D. – Si dice che il 2016 sarà l’anno determinante per l’Europa: i britannici decideranno se uscire dall’Ue e la Grecia non è ancora “sicura”; la questione dei profughi sembra portare l’Ue sull’orlo del precipizio … Cosa si aspetta lei, in questa situazione, da Papa Francesco?
R. – Ich hoffe, dass der Satz von Jean Monnet,
ein Gründervater der Europäischen Union, dass Europa …
Io spero tanto che la frase di Jean Monnet, uno dei
padri fondatori dell’Unione Europea, secondo la quale l’Europa avrebbe dovuto essere
costruita sul principio della solidarietà dell’azione, si rispecchi esattamente in
quello che il Papa ha fatto a Lesbo. Se in Europa ci sono capi di Stato che affermano
di guidare un Paese cattolico e che quindi non possono accogliere musulmani, mentre
il Papa va a Lesbo e riporta in Vaticano alcune famiglia di religione musulmana per
garantire loro un rifugio, allora questa è una lezione di carattere straordinario
per tutti coloro che la pensano come questo capo di governo che ho citato. E questa
è la “solidarietà dell’azione”. Esattamente questo era il messaggio dei Padri fondatori
dell’Unione Europea.
D. – Lei pensa davvero che questa lezione di solidarietà, con questo viaggio papale della solidarietà a Lesbo, sia “arrivata” in quei Paesi ai quali era destinata?
R. – Da bin ich ganz sicher. Die hohe moralische Autorität die das Oberhaupt der
katholischen Kirche …
Ne sono assolutamente sicuro. L’altissima autorità
morale di cui gode il capo della Chiesa cattolica proprio nei Paesi di tradizione
cattolica, sicuramente induce moltissime persone alla riflessione.
D. – Perché tutti questi grandi leader europei vengono in Vaticano?
R. – Die europäische Union ist …
L’Unione Europea si trova di fronte a una sfida drammatica.
Peraltro, il Comitato del Premio ha chiesto ai tre presidenti delle Istituzioni europee
di porgere insieme, come rappresentanti uniti dell’Unione Europea, i nostri omaggi
al Santo Padre. Mi sembra che se il cancelliere tedesco dice: “Il conferimento di
questo Premio vale un viaggio a Roma per manifestare al Pontefice il mio personale
rispetto”, non solo non c’è nulla da commentare da parte mia ma, al contrario, c’è
da prenderne atto con grande gioia.
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