“La pirateria nel cinema. Uno sguardo dalla Dottrina sociale della Chiesa”: si intitola così il documento diffuso dalla Commissione episcopale i mezzi di comunicazione sociale (Cemcs) in Spagna, in vista della 50.ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che ricorre domenica 8 maggio. In primo luogo, i presuli iberici ricordano come la Chiesa abbia sempre inteso i film come “un supporto di grande valore per la diffusione della cultura ed un prezioso strumento per l’evangelizzazione” anche perché, grazie alle nuove tecnologie, oggi il cinema raggiunge sempre più persone in modo semplice ed economico.
Senza educazione morale, pirateria aumenta
Al contempo, la Cemcs, guidata da mons. Ginés Ramón García Beltrán, sottolinea che
“senza un’educazione morale rilevante, la rapida diffusione dei film può danneggiare
i legittimi diritti e gli interessi di un vasto numero di professionisti che operano
nel settore cinematografico”, tanto che “le opere audiovisive vengono rese disponibili
tramite Internet” o vendute per strada in modo illegale. Di qui, l’allarme sulla diffusione
della pirateria che “mette in pericolo la continuità di questa espressione culturale
preziosa per la diffusione di idee a beneficio del popolo”.
Il cinema ha dimensione sociale importante
Quindi, la Cemcs difende il legittimo diritto di proprietà che si estende anche alla
proprietà intellettuale e culturale. Il cinema, inoltre, ha una dimensione sociale
importante, in quanto “rinnova la società, facendola progredire, piuttosto che limitarsi
ad una mera attività produttiva”. Per questo, la pirateria – nell’ottica della Dottrina
sociale della Chiesa – rientra in quelle attività che “violano il diritto di ricevere
un giusto compenso per il lavoro svolto e quindi sono contrarie non solo al diritto
delle nazioni, ma anche alla legge di Dio”.
Pirateria contraria a 7.mo e 10.mo comandamento
Incoraggiando, poi, l’industria cinematografica ad adattarsi meglio alle nuove tecnologie,
come ha fatto da tempo l’industria musicale, i vescovi spagnoli sottolineano che la
pirateria è contraria al settimo ed al decimo comandamento, ovvero “Non rubare” e
“Non desiderare la roba d’altri”. Di qui, l’incoraggiamento ai cattolici ed a tutte
le persone di buona volontà, in particolare ai giovani, a “vivere secondo i principi
che regolano il bene comune e lo sviluppo delle persone e della dignità umana”.
Guardare al bene comune della società
“Ci auguriamo – concludono i vescovi iberici – che il fenomeno della pirateria nel
mondo del cinema diminuisca fino a scomparire, come frutto di una riflessione matura
sul valore autentico del cinema e sul bene comune di tutte le persone e della società”.
(I.P.)
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