2016-05-03 14:06:00

Siria. L'Onu: "Occorrono tregua e interventi umanitari"


Non c’è pace per la Siria. Si registrano oggi nuovi sanguinosi combattimenti in varie zone del Paese e un pesante bombardamento dei ribelli su un ospedale di Aleppo, nella zona controllata dal regime. Almeno tre i morti e una ventina i feriti. Intanto la diplomazia internazionale è al lavoro per stabilizzare la fragile tregua in corso e salvare il processo di pace. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha lanciato un nuovo allarme per la drammatica situazione umanitaria. Quale la strada per risolvere la grave situazione? Giancarlo La Vella ha intervisto Massimo Campanini, docente di Islamistica e Storia dei Paesi islamici all'Università di Trento:

R. – Bisogna che Stati Uniti e Russia addivengano ad una vera convergenza: depongano cioè le rivalità reciproche e arrivino veramente a un’intesa, che possa soddisfare entrambe le parti. La seconda clausola sta nel fatto che le componenti interne siriane, che discutono del futuro della Siria, sono molto eterogenee e quindi non è facile portarle a una convergenza. La terza difficoltà sta nella questione lagata al futuro del Presidente Bashar al-Assad: in qualche modo dovrà o lasciare il potere o comunque farsi da parte. Però è evidente che il regime di Bashar al-Assad non può essere distrutto così facilmente, anche perché le conseguenze potrebbero essere imprevedibili: la caduta di Bashar al-Assad dovrebbe essere – a mio avviso – mantenuta distinta dalla distruzione fisica del suo sistema di potere.

D. – Secondo lei, i colloqui di Ginevra arriveranno a qualcosa di concreto?

R. – Dipende… Si tratta semplicemente di un primo passo: certamente fondamentale e necessario, però bisogna anche semplificare perlomeno i problemi cui abbiamo accennato prima. 








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