2016-05-02 18:01:00

Girone in Italia. Greppi: tempi di una sentenza non brevi


Salvatore Girone, uno dei due marò detenuti in India, sarà in Italia durante l'arbitrato. Lo ha deciso il Tribunale dell'Aja, invitando le parti a concordare le modalità del rientro del fuciliere in patria. L'ordinanza sarà resa pubblica domani, ma la Farnesina ha confermato il rientro del fuciliere. Le condizioni saranno concordate tra Italia e India. Renzi ha parlato con Girone definendo la notizia “straordinaria”. Ma come è maturata questa decisione? Lo abbiamo chiesto ad Edoardo Greppi, professore di diritto internazionale all’università di Torino:

R. – Le ragioni sono evidentemente di natura, in primo luogo, umanitaria e, in secondo luogo, seguono un’elementare considerazione di giustizia, per cui una persona non può essere tenuta in quelle condizioni per quattro anni.

D. – Secondo lei, è una decisione arrivata troppo tardi?

R. – Sicuramente, certo, quattro anni sono tanti! Chi ha vissuto questi quattro anni direttamente, non la considererà certo una decisione tempestiva. Rispetto all’attività del Tribunale arbitrale, che è stato costituito da poco e che ha iniziato quindi ad affrontare la questione da poco tempo, è stata una decisione relativamente rapida, rispetto ad una richiesta italiana che ha potuto essere indirizzata a quel Tribunale arbitrale soltanto poco tempo fa. Diciamo, quindi, che vista nella lunghezza della vicenda, come si è prodotta finora - che è durata quattro anni e due mesi - evidentemente appare tardiva, ma rispetto all’attività del Tribunale arbitrale, rispetto a quando ha iniziato le sue attività, mi sembra sia stata una decisione presa in tempi abbastanza rapidi.

D. – Ma questo, secondo lei, cosa vuol dire? Che in qualche modo la vicenda si è sbloccata e possiamo attenderci una decisione in tempi discretamente brevi?

R. – No, i tempi per una decisione nel merito della questione centrale, cioè a quali dei due Stati competa l’esercizio della giurisdizione, saranno lunghi. Ci vorranno, cioè, comunque, probabilmente un paio di anni, più o meno. Non siamo in grado di prevederlo, ma sicuramente i tempi saranno ancora lunghi. Questa è una decisione di misure provvisorie, che quindi non incide sul merito, che è il cuore della vicenda, cioè a chi appartenga la giurisdizione. Per questa decisione, dicevo, i tempi saranno più lunghi. L’aver accordato questo beneficio non incide nella sostanza, tenuto conto che, se non sbaglio, il governo italiano ha dato comunque assicurazioni circa il fatto – almeno ho sentito così in alcune interviste e non so se ci sia anche un’assicurazione formale in questo senso, ma mi pare di sì - che riguardo ai marò, il governo italiano sarebbe stato comunque rispettoso della decisione del Tribunale arbitrale, per quanto riguarda la giurisdizione. Quindi, ove si stabilisse che la giurisdizione spetta all’India, l’Italia si impegnerebbe a far comparire i due marò davanti ai tribunali indiani. 








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