2016-05-02 15:40:00

Fortuna, il piccolo angelo di Caivano ucciso due volte


A Caivano, nel napoletano, la piccola Fortuna Loffredo- volata giù dall'ottavo piano della palazzina  nella quale viveva- è stata uccisa due volte: la prima, dall'orco pedofilo che abusava di lei. La seconda, dall'omertà che ha rallentato le indagini degli inquirenti, arrivati a scoprire il colpevole solo dopo quasi due anni.

Ma com'è stato possibile tacere tanto orrore e depravazione? Una risposta chiara, netta, non c’è. Prova a dare una lettura chi da anni conosce bene il profondo degrado fisico e morale di quei luoghi, nei quali domina sempre più la violenza, spesso provocata dalla spregiudicata presenza delle organizzazioni malavitose. Marcello Ravveduto, componente dell’Osservatorio sulla camorra e la legalità, spiega che in quelle palazzine, in quei rioni, in quelle strade, “vive un ‘mondo di dentro’ il quale ha regole diverse dal ‘mondo di fuori’: norme di vita che non sono proprie dello Stato ma sono le  regole violente del più forte”.

Ecco allora, ragiona Ravveduto, che “chi è parte del ‘mondo di dentro’ esercita l’omertà per marcare la distanza col ‘mondo di fuori’,  identificato con lo Stato, o per paura e vergogna di far conoscere il male di un cupo universo parallelo. Luogo dove camorra e marginalità sociale si fondono, si compenetrano: non potremo mai dire dove finisce l’una e inizia l’altra”.

Vito Lo Monaco, presidente del ‘Centro Studi ‘Pio La Torre’ di Palermo da anni impegnato contro la lotta alla criminalità organizzata, è convinto che la bacchetta magica per risolvere queste tremende storture non esista: “Però- precisa- bisogna pur iniziare cambiando qualcosa. Bisognerebbe prima di tutto eliminare la povertà e l’ignoranza, terreno di coltura non solo delle mafie ma anche di situazioni di profonda corruzione morale come quella che ha provocato la morte della piccola Fortuna”.








All the contents on this site are copyrighted ©.