2016-04-28 14:00:00

Vescovi Nord Irlanda: al voto priorità su povertà e dialogo sociale


“Un futuro migliore: verso una cultura della vita, della cura e della speranza per tutti”. Si intitola così il documento diffuso dai vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord, in vista delle prossime elezioni. Il 5 maggio, infatti, i cittadini saranno chiamati a scegliere i 108 membri dell’Assemblea parlamentare del Nord Irlanda. Nel lungo documento, in particolare, i presuli sottolineano il desiderio di offrire “alcune indicazioni e priorità nella ricerca del bene comune alla luce della Dottrina sociale cattolica”.

Combattere la povertà infantile
Al primo posto, i presuli pongono l’impegno nella lotta alla povertà infantile, il cui livello viene definito “preoccupante”, dato che 101mila bambini vivono al di sotto della soglia dell’indigenza. Il problema non è stato affrontato dalle istituzioni “in modo sistematico”, scrivono i vescovi, anche a causa di una “eccessiva politica di austerità imposta da Westminster”. In quest’ottica, si auspica che, in primo luogo, si possano “rendere disponibili fondi per le scuole”, affinché tutti i bambini ricevano non solo la necessaria istruzione, ma anche un’adeguata alimentazione.

Dialogo tra politica e società. Difesa della vita
La nota episcopale sollecita, inoltre, la creazione di una nuova cultura politica attraverso “meccanismi di dialogo trasparente e regolare tra le istituzioni ed i contesti più ampi in campo sociale e politico”, come le associazioni di categoria, di volontariato e di religiosi. I vescovi ribadiscono, poi, il tema della tutela della vita umana: “Non è mai moralmente accettabile, in nessun caso – scrivono – sostenere una politica che mina l’inviolabilità sacra del diritto alla vita di una persona innocente”.

Salvaguardare il Creato e tutelare la famiglia formata da uomo e donna
Parimenti, i presuli sottolinea l’importanza di salvaguardare il Creato e di tutelare la famiglia ed il matrimonio come unione tra uomo e donna, ricordando che – come scritto da Papa Francesco nell’Esortazione apostolica “Amoris laetitia” – “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Altro punto centrale, richiamato dalla Chiesa cattolica dell’Irlanda del Nord, è la necessità che “tutti i settori della scuola vengono trattati allo stesso modo in termini di finanziamento e di politica”.

Libertà religiosa, diritto umano fondamentale
Ampio spazio, quindi, viene dedicato al tema della libertà religiosa ed al dramma dei cristiani che, scrivono i vescovi, sono “il gruppo più perseguitato al mondo”, nell’indifferenza generale. Spesse volte, inoltre, si verificano fenomeni di discriminazione come “l’esclusione di gruppi ecclesiali dall’accesso ai finanziamenti pubblici a causa dei loro principi etici”. “Il diritto alla libertà religiosa è un diritto fondamentale universalmente riconosciuto come fondante per una società autenticamente pluralista e tollerante – si legge nella nota – Esso non si limita alla libertà di culto”, ma deve essere “un segno distintivo essenziale di una società autenticamente libera e pluralista”.

Dieci domande da rivolgere ai candidati
​Di qui, l’auspicio che la prossima Assemblea istituisca un gruppo di lavoro congiunto sulla libertà religiosa per approfondire questi temi e formuli “raccomandazioni” nell’ambito della politica e del diritto, guardando in particolare alla “violenta persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in altre parti del mondo”. Il documento si conclude con il suggerimento di dieci domande, basate sulla Dottrina sociale della Chiesa, che i fedeli possono rivolgere ai candidati elettorali. (I.P.)








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