“Un futuro migliore: verso una cultura della vita, della cura e della speranza per tutti”. Si intitola così il documento diffuso dai vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord, in vista delle prossime elezioni. Il 5 maggio, infatti, i cittadini saranno chiamati a scegliere i 108 membri dell’Assemblea parlamentare del Nord Irlanda. Nel lungo documento, in particolare, i presuli sottolineano il desiderio di offrire “alcune indicazioni e priorità nella ricerca del bene comune alla luce della Dottrina sociale cattolica”.
Combattere la povertà infantile
Al primo posto, i presuli pongono l’impegno nella lotta alla povertà infantile, il
cui livello viene definito “preoccupante”, dato che 101mila bambini vivono al di sotto
della soglia dell’indigenza. Il problema non è stato affrontato dalle istituzioni
“in modo sistematico”, scrivono i vescovi, anche a causa di una “eccessiva politica
di austerità imposta da Westminster”. In quest’ottica, si auspica che, in primo luogo,
si possano “rendere disponibili fondi per le scuole”, affinché tutti i bambini ricevano
non solo la necessaria istruzione, ma anche un’adeguata alimentazione.
Dialogo tra politica e società. Difesa della vita
La nota episcopale sollecita, inoltre, la creazione di una nuova cultura politica
attraverso “meccanismi di dialogo trasparente e regolare tra le istituzioni ed i contesti
più ampi in campo sociale e politico”, come le associazioni di categoria, di volontariato
e di religiosi. I vescovi ribadiscono, poi, il tema della tutela della vita umana:
“Non è mai moralmente accettabile, in nessun caso – scrivono – sostenere una politica
che mina l’inviolabilità sacra del diritto alla vita di una persona innocente”.
Salvaguardare il Creato e tutelare la famiglia formata da uomo e donna
Parimenti, i presuli sottolinea l’importanza di salvaguardare il Creato e di tutelare
la famiglia ed il matrimonio come unione tra uomo e donna, ricordando che – come scritto
da Papa Francesco nell’Esortazione apostolica “Amoris laetitia” – “non esiste fondamento
alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali
e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Altro punto centrale, richiamato
dalla Chiesa cattolica dell’Irlanda del Nord, è la necessità che “tutti i settori
della scuola vengono trattati allo stesso modo in termini di finanziamento e di politica”.
Libertà religiosa, diritto umano fondamentale
Ampio spazio, quindi, viene dedicato al tema della libertà religiosa ed al dramma
dei cristiani che, scrivono i vescovi, sono “il gruppo più perseguitato al mondo”,
nell’indifferenza generale. Spesse volte, inoltre, si verificano fenomeni di discriminazione
come “l’esclusione di gruppi ecclesiali dall’accesso ai finanziamenti pubblici a causa
dei loro principi etici”. “Il diritto alla libertà religiosa è un diritto fondamentale
universalmente riconosciuto come fondante per una società autenticamente pluralista
e tollerante – si legge nella nota – Esso non si limita alla libertà di culto”, ma
deve essere “un segno distintivo essenziale di una società autenticamente libera e
pluralista”.
Dieci domande da rivolgere ai candidati
Di qui, l’auspicio che la prossima Assemblea istituisca un gruppo di lavoro congiunto
sulla libertà religiosa per approfondire questi temi e formuli “raccomandazioni” nell’ambito
della politica e del diritto, guardando in particolare alla “violenta persecuzione
dei cristiani in Medio Oriente e in altre parti del mondo”. Il documento si conclude
con il suggerimento di dieci domande, basate sulla Dottrina sociale della Chiesa,
che i fedeli possono rivolgere ai candidati elettorali. (I.P.)
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