2016-04-28 07:40:00

Stretta di Vienna al Brennero. Renzi: violazione dei Trattati Ue


Sempre più forti le frizioni tra Italia e Austria sul tema immigrazione alla vigilia dell’incontro di oggi a Roma tra ministri dell’Interno dei due Paesi. Vienna ha annunciato ieri di essere pronta a rendere operativa dal 1° giugno la barriera del Brennero con lo stanziamento di centinaia di poliziotti e dell’esercito, se necessario. Proposti controlli anche sul territorio italiano. Il governo Renzi si oppone e promette di sollevare il caso in sede europea. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Siamo disponibili a collaborare e a intensificare i controlli sui treni in transito dal Brennero, ma il nostro no è deciso per reti e blocchi al confine, inaccettabili perchè, nei fatti, determinerebbero la sospensione del trattato di Schengen di libera circolazione con gravi danni anche economici. E’ quanto ribadirà oggi all’omologo austriaco Sobotka, il ministro dell’Interno Alfano, appoggiato dal Commissario Ue all’Immigrazione Avramopulos, tenendo a sottolineare soprattutto che non c'e' alcun esodo di massa di stranieri irregolari in Austria via strada o ferrovia, mentre sono più numerosi i fermi tra chi fa il percorso inverso. La stretta dell’Austria, forte del successo dell’estrema destra al voto di domenica, arriva ieri in serata. Mentre il Parlamento adottava una legge ad hoc per decretare lo stato d'emergenza in caso di alti flussi e sopprimere il diritto d’asilo, la polizia austriaca al Brennero presentava il piano controlli al via da giugno: 250 agenti, supportati dall’esercito all’occorrenza, e una rete di 370 metri se l’Italia non collabora. Rallentamenti in autostrada e controlli già alla stazione di Fortezza o in fermate apposite oltre confine. "Chiudere il Brennero è contro le regole europee", la storia e il futuro, siamo pronti al ricorso in sede Ue, dicono a più voci i ministri del governo Renzi, promettendo il ricorso in sede Ue. Dello stesso parere, Christopher Hein, portavoce del Consiglio italiano per i rifugiati. Roberta Gisotti lo ha intervistato:

R. – E’ una chiara violazione delle regole del Trattato di Schengen, in cui la sospensione dell’effetto -  quindi l’abolizione dei controlli alle frontiere interne in zona europea - si può fare soltanto per motivi gravi e straordinari di sicurezza nazionale o di ordine pubblico;  e viene chiaramente detto anche dalla giurisprudenza che anche un maggior afflusso di migranti o richiedenti asilo non rappresenta, di per sé, una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza. Peraltro questo afflusso non esiste: praticamente non ci sono grandi movimenti in queste ultime settimane e in questi ultimi giorni dall’Italia, attraverso il Brennero, verso l’Austria. Quindi è una misura assolutamente fuori dalla normativa comunitaria e contraria allo spirito di solidarietà intraeuropea, consacrato anche dal Trattato di Lisbona. Al di là di tutto questo è una misura assolutamente inutile, perché chi vuole arrivare come rifugiato dove lo aspettano familiari, amici e la sua stessa comunità, con o senza poliziotti austriaci al Valico del Brennero, lo farà: ci sono altri modi per entrare in un altro Paese. Figuriamoci poi per persone che hanno fatto 3 mila chilometri nel deserto del Sahara, che hanno rischiato la loro vita nel Mediterraneo, se si lasciano scoraggiare da questi ridicoli controlli alla frontiera. Però l’effetto è disastroso! Il Brennero non è un qualunque valico europeo: il Brennero è un simbolo dell’unità europea, è un simbolo del collegamento tra il Nord e il Sud dell’Europa da secoli. E’ un atto assolutamente irresponsabile, che si spiega solo attraverso motivi politici, di fronte al risultato nel primo turno delle elezioni presidenziali in Austria.

D. – L’Austria ha chiarito di non prevedere alcun centro di accoglienza…

R. – C’è una direttiva dell’Unione Europea riguardo proprio all’accoglienza dei richiedenti asilo: una direttiva obbligatoria per tutti gli Stati membri. Quindi c’è il dovere di accogliere il richiedente asilo in centri non chiusi, ma aperti. Inoltre abbiamo un sistema di attribuzione di responsabilità per i rifugiati all’interno della normativa comunitaria.

D. – Quindi l’Austria rischia sanzioni, sanzioni europee, sanzioni internazionali e dell’Onu…

R. – L’Onu non può decretare sanzioni, mentre l’Unione Europea sì, attraverso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a Lussemburgo. Questo, però, richiede una denuncia da parte della Commissione Europea. Mi auguro che, se davvero l’Austria metterà in atto questi annunci, la Commissione Europea prenda veramente questa decisione - come previsto dal Trattato di Lisbona - e porti la causa alla Corte di Giustizia. 








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