2016-04-24 10:30:00

Presidenziali in Austria: previsto crollo dei partiti tradizionali


E' in corso questa domenica il primo turno delle presidenziali in Austria, una tornata segnata profondamente dalla questione dei migranti. Gli analisti prevedono un vero e proprio terremoto politico, con l’avanzata dei Verdi e dei liberali xenofobi. Secondo i sondaggi, i candidati dei partiti tradizionali - socialdemocratici e popolari – non arriveranno neanche al ballottaggio in programma il prossimo 22 maggio. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Gerhard Mumelter, collaboratore della rivista Internazionale:

R. - I sondaggi ci dicono che queste elezioni saranno una batosta per i due partiti predominanti: i socialdemocratici e i democristiani che governano l’Austria ininterrottamente dalla Seconda Guerra Mondiale in poi. Nei sondaggi in testa c’è un professore universitario verde, un personaggio abbastanza pacato e appaiato c’è il candidato dei liberali xenofobi e di destra. Probabilmente la gara si svolgerà tra questi due.

D. - Come ha pesato il tema dell’immigrazione in campagna elettorale?

R. - Ha pesato moltissimo, perché se pensiamo a tutte le discissioni che ci sono state, alla chiusura della frontiera di Spielfeld, quella verso i Balcani, alle polemiche sui controlli al Brennero, al fatto che l’Austria ha accettato 70 mila immigrati. Naturalmente questo è l’argomento più importante. Noi dobbiamo anche ricordare che l’Austria è un Paese piccolo, che ha meno abitanti della sola Lombardia. Quindi c’è quest’ansia di migliaia e migliaia di profughi che premono sulle frontiere. Adesso la frontiera verso i Balcani è chiusa e si attende cosa succeda al Brennero, magari quando riprende il flusso dei migranti dalla Libia.

D. - I partiti al potere hanno perso appeal. Dove hanno sbagliato?

R. - Diciamo che sono partiti un po’ logorati dal fatto che governano da oltre mezzo secolo. Abbiamo già visto che negli ultimi due anni questi due partiti nelle elezioni dei vari lander dell’Austria hanno perso qualcosa come cento seggi nei vari parlamenti regionali e adesso ovviamente stanno precipitando perché il partito più forte è quello liberale, quello xenofobo, quello lepenista che secondo i sondaggi politici arriva quasi al 35%.

D. - Quali scenari si aprono per il Paese?

R. - Adesso dobbiamo vedere chi sarà eletto presidente. Penso che il governo del cancelliere Faymann non sopravviva a questa batosta se poi è quella che ci pronosticano i sondaggisti. Penso che probabilmente non subito, ma forse in autunno, il governo sarà costretto a dimettersi e poi si va alle elezioni politiche che erano previste solo per il 2018!

D. - Quali sono gli umori degli austriaci? Che tipo di sentimento hanno nei confronti della classe politica?

R. - Prima di tutto sono insoddisfatti. In questo l’Austria non fa eccezione; se noi vediamo quello che è successo negli ultimi anni in Svizzera, in Olanda, in Danimarca e in Germania i partiti xenofobi e di destra aumentano dappertutto. Questo è anche il caso dell’Austria, dove il partito liberale adeso è arrivato al 35%, ma non escludo che alle politiche possa arrivare anche al 40%.

D. - C’è il rischio di una deriva xenofoba e nazionalista?

R. - Fra questi candidati che aspirano alla successione del presidente uscente Heinz Fisher, ci sono due personaggi abbastanza pacati: il verde Alexander Van der Bellen e Irmgard Griss, una candidata, l’unica donna liberale, moderata, ex presidente della Corte federale, certamente un personaggio tranquillo da questo punto di vista e, come unica donna che potrebbe poi al ballottaggio prendere anche i voti democristiani, se riuscisse ad arrivarvi, avrebbe delle grandi chance di diventare la prima donna presidente dell’Austria.

D. - Se invece vince il candidato dei Verdi, l’Austria avrebbe il primo presidente ecologista d’Europa …

R.- Sì, questo è vero, ma Alexander Van der Bellen ha la possibilità di prendersi nel secondo turno – se il suo antagonista dovesse essere il liberale – i voti moderati, cioè quelli degli elettori socialdemocratici e dei democristiani che in grande maggioranza non voteranno per la destra xenofoba.








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