2016-04-23 14:30:00

Gattegna: Pesach-25 aprile, la libertà è un ponte fra i popoli


In occasione della festa di Pesach e in vista delle celebrazioni del 25 aprile il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha diffuso il seguente messaggio ripreso dall'agenzia Sir: “Cari amici, in queste ore le famiglie ebraiche di tutto il mondo si preparano ad accogliere la festa di Pesach, con il suo straordinario carico di messaggi e insegnamenti. Pesach è, forse più di ogni altro appuntamento, il simbolo di una tensione costante volta alla conquista del bene più prezioso di tutti: la libertà”. 

Le parole ‘Ricordati che sei stato schiavo in Egitto’ hanno un valore universale
“‘Ricordati che sei stato schiavo in Egitto’, ci insegnano i testi della Tradizione e i nostri Maestri – prosegue Gattegna – . Parole che accompagnano da sempre la plurimillenaria storia ebraica e che hanno un valore non esclusivo, ma universale. Soprattutto in un periodo in cui il tema della libertà – negata, anelata, da conquistare – ci sollecita così intensamente come individui e come collettività”. Per il presidente del Ucei “celebrare Pesach significa quindi guardare alle sofferenze degli altri, a chi vive in quest’epoca il proprio Egitto, a chi cerca nella nostra Europa libera, pacificata e democratica una nuova speranza. Significa dare opportunità e diritti, e al tempo stesso pretendere il rispetto di tali conquiste. Celebrare Pesach è anche ferma difesa dei valori e memoria storica delle circostanze che hanno permesso la realizzazione di questa nuova era di opportunità. Valori irrinunciabili, che il 25 aprile riaffermeremo con orgoglio sfilando dove possibile accanto alle insegne della Brigata Ebraica”. 

La libertà è impegno costante, un ponte tra i popoli
“La suggestiva concomitanza di questi due eventi – Pesach e Festa della Liberazione – è un’opportunità da non mancare – conclude Renzo Gattegna -. Perché la libertà è impegno costante, un ponte tra i popoli. E perché la libertà la si difende tutti insieme, facendo fronte comune, nel segno dei valori che ci uniscono. Con buona pace degli odiatori che, immancabilmente, come ogni anno in questo periodo, cercano di riscrivere la storia, i protagonisti, i diversi nessi di causa. Se ne facciano una ragione: il 25 Aprile non è la loro festa. Pesach Kasher Ve Sameach”. (R.P.)








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