Riunite a Dakar, in Senegal, dal 19 al 21 aprile, le Caritas della Rete del Sahel, del Nord Africa, e dell’Europa, hanno deciso di appoggiare il principio di libera circolazione delle persone e dei beni nell’ambito della Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest (Cedeao). Lo ha detto, il segretario generale di Caritas Senegal padre Alphonse Seck al termine del seminario organizzato da Caritas Senegal e Secours Catholique/Caritas France sul tema “Crisi migratoria e diritti umani. Quali ruoli, quale azione per le Caritas del Sahel, dell’Africa del Nord e dell’Europa?”.
Collaborazioni tra le Caritas nazionali per aiutare i migranti
Al fine di aiutare i migranti detenuti nei Paesi d’accoglienza, si legge su All Africa,
le Caritas dell’Africa dell’Ovest hanno pensato ad una stretta collaborazione ribadendo
i principi della sacralità della vita umana, della solidarietà e della destinazione
universale dei beni. Sarà Caritas Senegal a coordinare tale collaborazione. Nel Sahel
le Caritas, invece, intendono condividere programmi per offrire assistenza nelle aree
migratorie al di là dei rispettivi confini nazionali. L’obiettivo è anche quello di
far fronte all’insicurezza, alle zone di conflitto e di guerra e ad organizzarsi con
un’agenda complementare, capace di apportare soluzioni durevoli e di influenzare positivamente
la formulazione delle politiche migratorie in Africa e in Europa.
Sinergie con le Caritas d’Europa per condividere informazioni
Nel corso dei lavori, le reti Caritas hanno pure identificato ed adottato piste comuni
per una migliore collaborazione e azione nella gestione della questione migratoria.
Le Caritas dell’Africa del Nord e dell’Europa hanno inoltre offerto il loro contributo
alle Caritas del Sahel per condividere informazioni utili e mirate. Intervenendo al
seminario delle Caritas, mons. Benjamin Ndiaye, arcivescovo di Dakar, ha lanciato
un appello ad una maggiore responsabilità nella gestione del problema della migrazione.
Il presule ha poi definito l’iniziativa di Papa Francesco del 16 aprile scorso, a
Lesbo, di accompagnare a Roma, con il volo papale, 12 rifugiati siriani, “un gesto
profetico assai pertinente” per l’Europa ed ha infine interpellato giovani, famiglie
e autorità civili e religiose ad una maggiore sensibilità al fenomeno migratorio.
(T.C.)
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