Sta per uscire nei cinema "L'amico-Francesco d'Assisi e i suoi fratelli" del regista francese Renaud Fely. Nei panni del Poverello è l'attore italiano Elio Germano, presente al Festival del Cinema Europeo di Lecce per ricevere un premio alla carriera e presentare una retrospettiva a lui dedicata. Il servizio di Luca Pellegrini:
Trentacinque anni e trentacinque film. Elio Germano si è adattato al mestiere dell'attore con fatica, non perché non gli piaccia farlo - lo fa anzi benissimo, con una serie di titoli impegnativi e grandi successi che gli sono stati attribuiti da critica e pubblico -, ma soltanto perché sopporta a fatica ciò che sta attorno al cinema. Per lui, infatti, girare un film è prima di tutto la possibilità di crescere in termini di umanità e la felicità di condividere con gli altri un'esperienza artistica. E' accaduto per la sua interpretazione, lodatissima, di Giacomo Leopardi nel film di Mario Martone "Il giovane favoloso". Ugualmente, e forse a maggior ragione, tutto questo lo ha provato quando il regista francese Renaud Fely lo ha chiamato per interpretare il ruolo di San Francesco, insieme a Jérémie Renier nei panni di Frate Elia e Alba Rohrwacher in quelli di Santa Chiara. Protagonista questa volta è la primissima comunità francescana, il gruppo di "fratelli" che seguirono Francesco, e la dimensione anche politica che dovettero affrontare: ossia le varie vicissitudini che su loro gravarono, all'alba del XIII secolo. Le riprese sono state fatte dai primi di ottobre alla fine di novembre dello scorso anno. La produzione cercava ambientazioni soprattutto rurali che avessero conservato lo spirito dell'epoca, come l'Abbazia di Fontfroide, nella regione della Linguadoca-Rossiglione. In Umbria la troupe è stata soltanto per pochi giorni nei dintorni di Gubbio, per girare alcune scene con Santa Chiara. A Elio Germano abbiamo chiesto come si è preparato per l'interpretazione del Poverello di Assisi e che cosa lo ha colpito maggiormente:
“Io ovviamente approfitto del mio mestiere per studiare; non sono laureato - ho finito il liceo - però ho avuto questa grande ‘chance’. E quindi ho approfittato di questo film francese, in cui mi è stato offerto di interpretare San Francesco, per studiare tutto un mondo, grazie ai tantissimi testi che tra l’altro ho trovato con grande disponibilità: ad Assisi ci sono delle grandissime biblioteche e, se si vuole, si trovano tantissime cose soprattutto sulla vita di San Francesco. È molto interessante leggere le varie versioni della sua vita, anche perché in questo modo si scoprono anche tutte le questioni politiche: la paura della Chiesa di un personaggio come Francesco; e come anche la sua storia sia stata poi cambiata a seconda di quello che faceva comodo che passasse. Però è un percorso molto affascinante sia per l’attualità estrema del pensiero francescano che della politica intorno al pensiero francescano: cioè come la Chiesa ha reagito a tutto questo. Ed è una metafora per leggere tantissime altre cose”.
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