La Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) si è unita ad altre venticinque
organizzazioni pro-life, religiose e sanitarie che hanno inviato una lettera alla
Camera dei rappresentanti chiedendo l’approvazione della Legge sulla tutela della
libertà di coscienza (Hr 4828). I firmatari includono dieci gruppi di medici che,
in rappresentanza di migliaia di operatori sanitari, si oppongono all’aborto e richiedono
un’adeguata protezione giuridica per porsi al servizio dei pazienti in buona coscienza.
Tutelare la scelta di chi non vuole essere coinvolto in pratiche abortive
“Le leggi federali che tutelano l’obiezione di coscienza all’aborto – si legge nella
missiva – sono state approvate decenni fa da Congressi e Presidenti di entrambi gli
schieramenti politici”. “Anche molti americani ‘pro-choice’, ovvero a favore della
scelta autonoma della donna sulla vita del nascituro, si rendono conto che la logica
della loro posizione impone il rispetto della scelta di non essere coinvolti nella
pratica abortiva”. Nonostante ciò, continuano i firmatari, “è sempre più chiaro che
le leggi attuali offrono una protezione molto più in teoria che in pratica”.
Il caso dell’infermiera Cathy De Carlo
La legge in questione – specifica ancora la missiva - permette diverse ‘scappatoie’
dalle leggi federali vigenti le quali, invece, consentono la continua violazione del
diritto alla libertà di coscienza. I firmatari ricordano, poi, il caso di Cathy De
Carlo, infermiera costretta ad assistere ad un aborto praticato alla 22.ma settimana
di gestazione.
Un passo avanti per gli americani
Infine, la lettera congiunta sottolinea che la normativa, una volta approvata, “rappresenterebbe
un enorme passo avanti, perché garantirebbe agli americani che si pongono al servizio
dei malati e dei bisognosi la possibilità di portare avanti il loro compito senza
essere costretti dal governo a violare le loro convinzioni più profonde sul rispetto
della vita umana innocente”. (I.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |