2016-04-20 13:02:00

Papa: domenica colletta per l'Ucraina, terra di una guerra dimenticata


Al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro, il pensiero di Papa Francesco è tornato nuovamente alla popolazione dell’Ucraina, ricordando la speciale colletta indetta per domenica prossima in favore di quanti nel Paese patiscono le conseguenze della violenza. Ce ne parla Giada Aquilino:

Un conflitto armato “dimenticato da tanti”. È quello che da due anni sconvolge l’Ucraina e la sua popolazione e che, ancora una volta, Papa Francesco ha voluto ricordare e riportare all’attenzione del mondo. Secondo dati Onu, oltre 9 mila sono le vittime del conflitto in Ucraina, quasi tre milioni gli sfollati interni e i profughi al di fuori del Paese, con tensioni ancora in corso in particolare nelle zone di Donetsk e Lugansk:

“Ho invitato la Chiesa in Europa a sostenere l’iniziativa da me indetta per venire incontro a tale emergenza umanitaria. Ringrazio in anticipo quanti contribuiranno generosamente all’iniziativa, che avrà luogo domenica prossima, 24 aprile”.

Alla speciale colletta voluta dal Pontefice e da destinare in particolare ad anziani e bambini per dar loro “un sostegno umanitario”, come il Papa stesso aveva specificato al Regina Caeli del 3 aprile scorso, si affiancherà anche una somma in denaro messa a disposizione dal Santo Padre. Dell’iniziativa, parla il padre ucraino Vladimiro Voloshyn, coordinatore pastorale della Cei per gli ucraini in Italia:

R. – Dobbiamo ringraziare il Santo Padre per questa iniziativa. La vivremo in pieno domenica 24, perché il Pontefice si è fatto voce di tutti gli ucraini non solo in Europa, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Questo conflitto armato ha conseguenze molto disastrose, perché le vittime sono soprattutto gli anziani e i bambini, che sono sfollati e che hanno dovuto abbandonare le loro case distrutte per spostarsi verso le regioni dell’Ucraina dove non c’è la guerra. Questa iniziativa di Papa Francesco riguarda proprio tale parte delle popolazione, ad esempio della zona del Donbass, in Ucraina, dove tanti bambini sono rimasti senza genitori, perché uccisi o dispersi.

D. - Lei ha parlato dell’emergenza degli orfani, dei bambini. Chi altro colpisce questa grave crisi umanitaria?

R. - Colpisce le famiglie, che devono abbandonare i loro luoghi d’origine e cercarne altri più tranquilli, in altre zone dell’Ucraina. Non hanno i servizi necessari per curarsi e nemmeno un sostegno economico. Diversi anziani devono attraversare le zone “di controllo” per andare dove possono ricevere una pensione e comprare cibo o medicine, per poi tornare - con rischi sempre maggiori - verso le loro abitazioni, quando possono farlo.

D. - Cosa serve quindi alla popolazione civile?

R. - Le cose principali, cioè il cibo, le medicine, i soldi per ricostruire le case e pagare le utenze.

D. - E poi soprattutto la pace…

R. - Sì. Infatti, come ha detto il nunzio apostolico in Ucraina, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, il desiderio profondo del Santo Padre non è solamente quello di raccogliere le offerte e aiutare i poveri, ma pure di attirare l’attenzione del mondo su ciò che accade in Ucraina e di cui pochi parlano.

D. - Infatti il Papa all’udienza generale ha parlato di un conflitto armato “dimenticato da tanti”. Perché secondo lei?

R. - Perché magari nel mondo ci sono altre guerre ed altri conflitti; l’Ucraina si trova tra due grandi territori – l’Europa e la Russia – e geograficamente è in una posizione molto delicata. La comunità mondiale è molto divisa riguardo le decisioni da prendere.

D. - Come la Chiesa in Europa, con la colletta di domenica, può sostenere l’Ucraina e tenere alta l’attenzione?

R. - Da circa due anni, quasi ogni domenica stiamo raccogliendo offerte per aiutare i nostri connazionali in Ucraina, ma domenica 24 aprile sarà per noi un giorno in cui insieme a tutte le Chiese europee potremo anche noi dare il nostro contributo.

D. - In queste ore riprendono i contatti tra Nato e Russia, le cui relazioni sono state incrinate proprio dalla crisi ucraina. Quanto la diplomazia può e deve ancora fare?

R. - Sappiamo molto bene, lo abbiamo sperimentato in questi ultimi tempi, che la diplomazia è molto indebolita, perché ci sono tanti interessi politici, ma anche nell’ambito del commercio: ci sono tantissimi legami commerciali fra la Russia e l’Europa e in mezzo c’è questo conflitto in Ucraina.

D. - Lei si occupa degli ucraini in Italia e in particolare nella zona di Firenze, in Toscana. Cosa dire ai vostri connazionali per non perdere la speranza?

R. - Innanzi tutto dobbiamo pregare per la pace. Quando abbiamo avuto notizia della decisione del Pontefice di promuovere questa iniziativa abbiamo provato una grandissima gioia, perché il Papa è stato la voce di tutti gli ucraini.








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