La regressione della libertà di stampa è un fenomeno globale. In molti Stati le autorità temono che “il dibattito pubblico sia troppo aperto”. E’ quanto emerge dalla classifica annuale elaborata da Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa nel mondo che prende in esame 180 Paesi.
Gli Stati del nord Europa dominano la classifica
E’ la Finlandia che vince la medaglia del Paese più virtuoso. Seguono Olanda e Norvegia.
Per la prima volta l'Africa mostra una situazione migliore rispetto all'America. In
particolare gli Stati Uniti (al 41.mo posto) risentono degli effetti della cyber-security.
La zona dell'Africa del Nord e del Medio Oriente resta comunque la regione del mondo
in cui i giornalisti sono “più sottoposti a pressioni di ogni sorta”. La Tunisia,
che ha guadagnato 30 posizioni, mostra “un consolidamento degli effetti positivi della
rivoluzione”.
L’Unione Europea è l’area in cui si registra la maggiore tutela dei giornalisti
L’Italia scende dal 73.mo al 77.mo posto. Nel rapporto si sottolinea anche che in
alcuni Stati in guerra – tra cui Iraq, Libia e Yemen - esercitare il giornalismo è
“un atto di coraggio”. In America Latina, "la violenza istituzionale (ad esempio in
Venezuela e in Ecuador), quella del crimine organizzato (come in Honduras), l’impunità
(ad esempio in Colombia), la corruzione (come in Brasile), e la concentrazione dei
media (come in Argentina) costituiscono, secondo Reporter Senza Frontiere, i principali
ostacoli per la libertà di stampa. Gli ultimi posti della classifica sono occupati
da Vietnam, Cina, Siria, Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. (A.L.)
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