Disposto lo stato di emergenza in sei province dell’Ecuador, dopo che la notte scorsa un violento terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter, durato 40 secondi, ha provocato vittime e ingenti danni. Per ora si contano oltre 200 morti e quasi 600 feriti, ma il bilancio è provvisorio. Colpita la zona costiera centrale a circa 170 chilometri dalla capitale Quito: in alcune aree ci sono problemi nelle comunicazioni e nella fornitura dell'energia elettrica. Chiuso l'aeroporto di Manta a causa dei seri danni alla torre di controllo. Il Papa al Regina Caeli di oggi ha inviato a tutta la popolazione un messaggio di solidarietà, invocando l'aiuto di Dio e dei fratelli.
E proprio da Quito arriva la testimonianza sulla situazione del Paese, di padre González Ponce Rafael, superiore provinciale dei Comboniani, raccolta da Gabriella Ceraso:
R. – Stiamo sentendo e cerchiamo di raccogliere le notizie ufficiali. Adesso si parla di circa 100 morti, soprattutto nella Regione di Manabi, Pedernales, Puertoviejo. Ma anche nella Regione de Esmeraldas e del Guayaquil. È accaduto ieri, di notte: c’è stata molta confusione e le comunicazioni non erano chiare. Qui, nella città di Quito, sembra che sia tutto calmo…
D. – I mezzi di comunicazione cosa dicono?
R. – Che 10 mila persone dell’esercito sono subito andate per portare aiuto. Adesso, sta arrivando anche l’aiuto internazionale… Richiamano alla calma e alla tranquillità. Il vicepresidente ha detto alla popolazione di restare lontana dal mare per timore di un possibile tsunami. In questo momento, la gente è in movimento e cerca di spostarsi dalla costa e di arrivare in luoghi più alti… Penso si stia veramente comprendendo quale sia la situazione e il numero i morti. Penso che la gente, come è tipo del nostro popolo dell’Ecuador, che è molto solidale e sempre cerca di aiutarsi gli uni con gli altri – e questo spirito penso sia la cosa più importante adesso – cercherà ora di vedere anche il bisogno degli altri.
D. – Quei territori della costa sono territori in cui erano presenti infrastrutture, costruzioni particolari? La distruzione può aver provocato gravi danni?
R. – Gravi danni soprattutto per la situazione di qua, sì. Sono già chiuse le strade principali, sono caduti dei ponti e poi i grandi edifici, soprattutto gli edifici a Puertoviejo. Nella città di Guayaquil si è sentito molto forte e lì sono più di due milioni di persone.
D. – Padre Rafael, le riporto le parole di solidarietà anche del Papa, che oggi al Regina Caeli ha ricordato voi, l’Ecuador, come il Giappone, che è stato colpito nei giorni scorsi da un forte terremoto, ci sono state decine di vittime...
R. – Grazie di cuore! Preghiamo tutti il Signore della Misericordia, per tutta le persone che hanno perso la casa e che sono preoccupate. Grazie tante.
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