2016-04-17 14:00:00

Il Papa a Lesbo: alcuni commenti a una giornata storica


Sulla visita di Papa Francesco a Lesbo sentiamo alcune impressioni a cominciare da quelle di Donatella Parisi, del Centro Astalli, al microfono di Luca Collodi:

R. – L’immagine che portiamo via da quella mattinata bella, intensa, è Papa Francesco che in silenzio ascolta le storie e le richieste dei rifugiati, di uomini e donne, di madri e padri, che hanno perso i loro figli o che sognano soltanto di poterli riabbracciare. Ecco, questo è il senso del nostro agire: diamo dignità e garantiamo diritti a persone che ne hanno, appunto, diritto.

D. – Così il Papa, Bartolomeo e Ieronymus nella Dichiarazione congiunta: “Esortiamo tutti i Paesi ad estendere l’asilo temporaneo, a concedere lo status di rifugiato a quanti ne sono idonei e adoperarsi insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per una fine sollecita dei conflitti in corso…”

R. – E’ un appello importante…

D. – Estendere l’asilo temporaneo…

R. – Questa è una sottolineatura che è molto, molto importante. Ci sono direttive europee che prevedono visti umanitari da dare a chi scappa da guerre. Sarebbe la cosa più ovvia da fare, per esempio, con i siriani che fuggono dal conflitto – da Damasco, da Aleppo, da Homs – e che arrivano in Europa a chiedere asilo: abbrevierebbe molto i tempi e le sofferenze di queste persone e avrebbe poi anche la possibilità di dare sollievo a questo sistema così faticoso in Europa.

Fabio Colagrande ha raccolto i commenti di padre Ermenegildo Baggio, segretario generale della Congregazione degli Scalabriniani, da sempre impegnata a fianco dei migranti, e di Patrizia Caiffa, scrittrice e giornalista dell’Agenzia Sir:

R. – Io ho sentito che questo gesto dei tre fratelli leader religiosi cristiani dà una dimensione nuova, coglie una dimensione nuova del fatto migratorio, che eravamo stati tentati di vedere solo sotto un aspetto economico. Invece, qui veniamo richiamati al centro stesso della cultura e della fede. E’ una grande sfida quella di riuscire a riscoprire, attraverso proprio questa gente che viene da fuori, lo straniero, una dimensione culturale, umanitaria, cristiana dell' anima, che anche l’Europa deve riscoprire.

D. – Patrizia Caiffa, siamo nel cuore del Giubileo della Misericordia. E’ stato offerto sicuramente un segno forte anche in questo contesto…

R. – A me ha colpito moltissimo, da un punto di vista emotivo, l’incontro del Papa con questi rifugiati, soprattutto la scena in cui uno di loro si è gettato in lacrime davanti a lui per chiedere una benedizione. Mi colpisce il fatto che il Papa, come costante del suo Pontificato, voglia sempre incontrare in prima persona i disperati, quindi guardarli negli occhi, ascoltare le loro storie e sentirsi uniti a loro tramite il cuore. C’è questo processo, appunto, di immedesimazione, di empatia, di compassione che porta poi alla misericordia nei confronti dell’altro e a far capire all’opinione pubblica cosa c’è dietro questo dramma epocale.








All the contents on this site are copyrighted ©.