2016-04-14 12:43:00

Nigeria. Card. Onaiyekan: non dimenticare le studentesse di Chibok


Due anni fa gli estremisti islamici di Boko Haram rapirono 276 studentesse di una scuola superiore statale a Chibok, nel nord della Nigeria. Alcune ragazze riuscirono a fuggire, ma la maggior parte rimasero nelle mani dei terroristi. Non bisogna dimenticare queste ragazze ribadisce l’arcivescovo di Abuja, il cardinale John Onaiyekan. Massimiliano Menichetti:

Nella notte tra il 14 e 15 aprile 2014 i terroristi di Boko Haram irrompono in una scuola superiore statale a Chibok, nel nord della Nigeria e rapiscono, nonostante le misure di sicurezza e il dispiegamento di guardie, 276 studentesse, 57 riescono a fuggire, ma delle altre 219 si persero completamente le tracce. I genitori delle ragazze non hanno mai smesso di sperare, come la Comunità internazionale e il movimento #BringBackOurGirls, "Ridateci le nostre ragazze", che ha organizzato una serie di manifestazioni per la liberazione delle giovani. Recentemente un video, probabilmente realizzato a dicembre, mostra per due minuti, quindici studentesse che indossando il velo pronunciando il proprio nome: ''Stiamo tutte bene'' dice una di loro. Rimangono però i dubbi sulla sorte delle ragazze ed il pensiero va a maggio 2014 quando il leader dei terroristi Abubakar Shekau confermò la responsabilità del rapimento e la volontà di vendere le giovani “nel nome di Allah” o di “darle in sposa” ai militanti. La paura è anche che abbiano subito violenze o siano state usate come kamikaze. Le ragazze sono diventate un emblema della strategia del terrore degli estremisti che in questi anni hanno rapito migliaia di persone come conferma ai nostri microfoni l’arcivescovo di Abuja, card. John Onaiyekan:

R. – Il primo pensiero che mi viene in mente è che siamo stati due anni senza notizie. È una vergogna! È imbarazzante per tutti noi nigeriani. Il secondo anniversario è il momento giusto per non dimenticare queste ragazze. Il caso di Chibok è un simbolo perché ci sono migliaia di persone: donne, giovani, anziani, che sono stati rapiti da Boko Haram. Il governo inizia ad avere un po’ di successo dal punto di vista militare: sta liberando tanta gente, solo che delle ragazze di Chibok non c’è nessuna notizia.

D. - Ma questo video che hanno diffuso è un buon segnale secondo lei?

R. - Il video non ci dice niente. Non sappiamo chi lo ha realizzato, chi lo ha rilasciato, dove è stato girato. Il governo nigeriano dice di non sapere nulla a riguardo e fino ad ora non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale. La gente è stanca di vedere video, perché sono tanti mesi che ogni tanto li diffondono.

D. - Possiamo dire che oggi è anche un giorno di preghiera per queste ragazze e per tutti coloro che sono stati rapiti...

R. - Tutti noi stiamo pregando. Ma sappiamo che anche se la preghiera è buona e forte, c’è bisogno di iniziative e decisioni. L’aspetto militare non può completamente risolvere il problema. C’è bisogno di dialogo, di trovare accordi con coloro che sono dietro Boko Haram, perché questi potrebbero decidere di liberare le ragazze.

D. - Diceva che molti sono stati liberati. Stanno tornando a casa ed è particolarmente importante in questo periodo dell’anno …

R. - Si. La situazione in generale comincia a migliorare. I vescovi mi dicono che tanta gente inizia a tornare nei loro villaggi ed è tempo che tornino perché questo è il periodo per preparare il terreno per le colture del prossimo anno.








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