“Messaggero di pace e di dialogo”. Mons. Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso, descrive così i “punti di forza” che caratterizzeranno il viaggio di Papa Francesco, in Georgia e Azerbaigian dal 30 settembre al 2 ottobre. Ed aggiunge: “Il Papa verrà anche per dare coraggio alle comunità”. Sia in Georgia sia in Azerbaigian - riporta l'agenzia Sir - i cattolici sono una piccola minoranza. Il vescovo Pasotto punto di riferimento in Georgia e Armenia per i cattolici latini, fa il quadro della presenza cattolica in quei Paesi.
Tra i cattolici dell'Azerbaigian molti lavoratori stranieri
In Azerbaigian si contano in tutto 300/400 cattolici divisi in due comunità: una costituita
dagli stranieri che lavorano nel Paese, e l’altra dai locali con una presenza forte
di salesiani. L’Azerbaigian (visitato da Giovanni Paolo II nel 2002) è invece un Paese
a maggioranza musulmana: il 62% degli abitanti sono musulmani sciiti; il 26% sunniti
e il 12% ortodossi legati al Patriarcato di Mosca.
Anche in Georgia i cattolici sono una minoranza
In Georgia – Paese a maggioranza ortodossa – la presenza cattolica è più consistente
con i suoi 50mila fedeli. “Si tratta quindi – riassume il vescovo Pasotto – di Stati
con situazioni completamente diversi ma dove i cattolici sono una minoranza e la Chiesa
cattolica vive con altre confessioni e religioni di maggioranza.
La visita del Papa in queste terre è significativa per almeno due ragioni
La prima è che il Papa arriva in due Paesi (l’Armenia e l’Azerbaigian) che sono in
conflitto e speriamo che nel Nagorno-Karabash regga la tregua. Ed è significativa
perché il Papa raggiunge una regione quella del Caucaso dove le comunità cattoliche
non hanno una grande importanza numerica ma hanno un grande valore perché allacciano
rapporti con situazioni diverse vivendo ciò che fin dall’inizio ha indicato il Papa”. Per
la Georgia, il programma della visita del Papa è ancora tutto da mettere a punto.
“Abbiamo pregato tanto e adesso pregheremo perché sia anche un’occasione per prendere
coscienza del ruolo del Santo Padre come figura per l’unità della Chiesa”. (R.P.)
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