2016-04-12 16:08:00

Brennero, Chiesa Austria: errore enorme. Non vengono nemici


"Auspichiamo una soluzione davvero europea, di solidarietà anche verso Italia e Grecia. Qui non vengono dei nemici, ma persone in grandissima difficoltà che cercano di salvarsi. E' un dovere aiutarle". Erich Leitenberger, portavoce del Consiglio Ecumenico delle Chiese in Austria, critica la decisione del governo austriaco di erigere una barriera anti-migranti. 

Il Brennero torna ad essere un simbolo di divisione

"I rappresentanti della Caritas cattolica e della diaconia evangelica parlano di un errore enorme in questa decisione che di fatto porta ad una abolizione del diritto di asilo", continua Leitenberger. "E’ una situazione molto difficile anche perché il governo parla di stato di emergenza dei flussi migratori mentre i rappresentanti delle Chiese dicono che non si tratta di una vera emergenza, pur rendendosi conto che nella popolazione c’è molta preoccupazione per la presenza di tanti profughi. L’anno scorso quasi un milione hanno transitato attraverso il nostro territorio". Il Presidente austriaco Fischer ha ribadito che si tratta di ‘management di confine’. Le sembra una definizione adeguata per giustificare questa decisione? "E' una espressione che non dice tutta la verità", risponde Leitenberger. "Il Brennero torna ad essere un simbolo di divisione. Ci stiamo allontanando dalla visione di una nuova Europa unita che è stata al centro dell’interesse per più decenni, adesso non vale più". 

Un muro 'politico'

Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dei processi migratori all'Università Statale di Milano, sottolinea la forte carica simbolica dietro la decisione di costruire un muro al confine. "C’è una forte domanda di frontiere da parte della società che viene recepita dai decisori politici. Ci sono più di cinquanta muri in costruzione nel mondo e alcuni anche in Europa. Se abbiano un effetto vero non so, ne dubito, soprattutto nel caso del Brennero. Temo che sia un messaggio a beneficio degli elettori austriaci, in particolare: il governo sente il fiato sul collo dei movimenti xenofobi e vuol far vedere che controlla gli accessi. Fermare il traffico di migliaia di camion ogni giorno e di viaggiatori mi sembra un problema complesso. E’ un passo indietro della politica nell’apertura alla libera circolazione nello spazio europeo". Cosa fare? "Dobbiamo tutti lavorare per riaffermare i diritti umani. Bisogna rilanciare l’impegno forte a far cessare le trentatre guerre nel mondo. Quando si dice 'i siriani hanno diritto di essere accolti, gli iracheni forse, gli altri no', mi sembra che si compia una grande ingiustizia nei confronti delle vittime di tutti gli altri conflitti in corso. Bisognerebbe investire di più nei corridoi umanitari per consentire gli arrivi in condizioni di sicurezza. Il che risponde anche agli interessi dei paesi di approdo. Con la politica degli hot spot e del blocco del Brennero questi rifugiati rischiano di rimanere tutti in Italia anche se non vogliono e hanno parenti e interessi aldilà dei nostri confini".








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