2016-04-11 14:00:00

Vescovi cileni: diritto alla vita e rispetto comunità mapuche


Una particolare preoccupazione per la violenza in Araucanía e un appello a collaborare in prima persona nella costruzione di una vita migliore sono stati espressi dai vescovi cileni nel loro messaggio conclusivo della 111.ma Assemblea plenaria, tenutasi a Punta de Tralca dal 4 all'8 aprile. Durante una conferenza stampa tenutasi al termine dei lavori sabato scorso, i vertici della Conferenza episcopale hanno presentato il loro messaggio finale. Sebbene i vescovi abbiano trattato diversi temi sociali di attualità, il documento ne sottolinea qualcuno in particolare.

Diritto alla vita e rapporto denaro-politica
"La realtà cilena è contrassegnata da un fitto calendario di riforme e iniziative legislative – sottolinea il messaggio - molte necessarie per il bene comune, altre pregiudizievoli contro il più fondamentale dei diritti umani: il diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale. Noi continueremo a promuoverlo con umiltà e con la forza della testimonianza di molte donne che scelgono la vita". Un altro tema riguarda l'etica pubblica, il rapporto tra denaro e politica, e la delusione derivante dall’esito di diversi casi giudiziari. A questo proposito, il testo dei vescovi sostiene che "la trasparenza e la giustizia sono indispensabili per la convivenza, ma anche il rispetto per la dignità, la serenità nelle reazioni e la ricerca del bene comune".

Preoccupazione per la violenza in Araucanía
I vescovi manifestano il loro dolore per l'escalation di violenza che ha causato la morte di persone mapuche e non, e tra le forze di polizia. Gli attacchi incendiari hanno danneggiato gravemente famiglie e lavoratori; hanno arrecato danni a case, scuole, trasporti, agricoltura, mezzi di produzione e tempi. "Quando non sono rispettati i valori essenziali per l'esistenza di un popolo credente, come ad esempio il diritto alla vita umana, la sicurezza e i loro spazi sacri, si ferisce l'anima di questo popolo. Questi fatti vengono condannati dalla maggior parte della popolazione, e si rischia di stigmatizzare tutto il popolo mapuche e di screditare la sua giusta ricerca per il riconoscimento e la riparazione" dicono i vescovi.

Accoglienza delle legittime aspirazioni delle comunità mapuche
​Allarmante e incomprensibile è anche la "lentezza dello Stato e dei governi, nel loro dovere di cercare soluzioni efficaci a questa situazione. Una soluzione parte dall'accoglienza delle legittime aspirazioni delle comunità mapuche, che da più di un secolo chiedono giustizia di fronte a situazioni di violenza, espropriazione, disprezzo per la loro identità, cultura, organizzazione, e anche per l'invisibilità e la povertà a cui sono stati confinati". I vescovi sollecitano quindi le autorità e i leader a cercare il modo di lavorare insieme per "una nuova Araucanía, attraverso una giustizia urgente per tutti". (C.E.)








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