2016-04-11 12:43:00

Difficile la situazione umanitaria nel Campo profughi di Idomeni


Tensione ma senza altri incidenti nel campo di Idomeni in Grecia, il giorno dopo gli scontri con la polizia. Gas lacrimogeni e granate assordanti sono partite ieri dalla Macedonia su 500 migranti che cercavano di superare le recinzioni del confine, sbarrato da settimane. Decine i feriti, centinaia le persone intossicate, tra loro anche molti bambini e donne raggiunti nelle tendopoli dal fumo tossico per via del vento.  Nell’intervista di Fausta Speranza, il presidente di Medici Senza Frontiere Italia, Loris De Filippi:

R. – La situazione è drammatica. Ricordo che da mesi queste persone sono ferme a Idomeni. Quindi c’è la rabbia e insieme la voglia di trovare una soluzione. 500 persone hanno attaccato le recinzioni. I nostri ambulatori hanno ricevuto circa 300 persone, di cui almeno 200 avevano problemi respiratori dovuti ai gas lacrimogeni. La cosa però più grave è l’utilizzo, da parte della polizia macedone, di proiettili di gomma; abbiamo avuto circa 40 persone ferite da questi proiettili, e tra queste anche alcuni bambini. Sette persone con ferite aperte o sospette fratture sono state trasferite in un ospedale locale. Quindi, è dramma per queste persone, che – ricordo – vivono da mesi in una condizione assurda: in un posto che potrebbe contenere circa 1.000 persone e che invece ne contiene 12.000. Continua a piovere di notte e la situazione diventa, di giorno in giorno, sempre più insostenibile. Ci sono 50.000 persone in Grecia che sono in questa situazione. Credo che per l’Europa sia venuto il momento di trovare delle soluzioni.

D. – Queste persone, oltre ai bisogni materiali, non sanno neanche che fine faranno…

R. – Sì, la situazione oggi è sotto controllo. Pur essendoci infatti la rabbia per quello che è successo ieri, non ci sono manifestazioni violente in questo momento. Sicuramente però rimane una situazione drammatica. Ieri, delle 300 persone arrivate, 30 avevano problemi psicologici. Sono state viste dal nostro team, e la squadra di Medici Senza Frontiere registra una dilagante situazione di frustrazione da parte di queste persone, che sanno di non poter trovare delle soluzioni nel breve periodo per poter continuare il loro viaggio. Ricordo che queste persone scappano da conflitti: conflitti gravissimi, come quello siriano, ma non solo; tra loro ci sono anche degli yazidi, degli afgani e degli iracheni… Ci sono delle persone che hanno vissuto delle situazioni gravissime e che si trovano oggi a fronteggiarne un’altra: quella di non poter muoversi da lì.

D. – Voi siete presenti insieme con altre agenzie umanitarie. La comunità internazionale, in qualche modo, c’è?

R. – Va detto chiaramente che, a parte Praxis, Msf, l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, e poche altre organizzazioni umanitarie che danno un contributo fondamentale a queste persone, non c’è la presenza, o se c’è è veramente risibile, sia del governo greco che degli altri 27 Stati Membri dell’Europa, per quanto riguarda questa crisi. Quindi è una situazione incredibile! L’Europa, di fatto. non fa quasi nulla per trovare delle soluzioni, nemmeno dal punto di vista umanitario. Questo credo che sia assolutamente intollerabile.








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