2016-04-10 12:08:00

Panama Papers. Cameron pubblica dichiarazioni dei redditi


La conferma è arrivata questa notte: il premier britannico David Cameron, travolto in questi giorni nello scandalo delle Panama Papers, ha reso pubbliche le proprie dichiarazioni dei redditi, ora consultabili sul sito del governo. Secondo quanto emerso, nessun reddito tassabile per Cameron, a parte quello derivante dalla sua carica di Primo ministro, e la conferma che tutte le azioni “contestate” – le quote in un fondo offshore ottenute dal padre deceduto, Ian - sono state vendute da Cameron e dalla moglie nel 2010, per un saldo complessivamente negativo. Quanto ai guadagni del premier, nell’ultima dichiarazione disponibile – quella dell’anno fiscale 2014/2015 – avrebbero ammontato a circa 200 mila sterline, per un totale di tasse pagate pari a 76 mila.

Nuovi sospetti su evasione della tassa di successione
Nuovi sospetti, però, spuntano all’orizzonte, sollevati dal Sunday Times secondo cui la donazione fatta dalla madre di Cameron al figlio David nel 2011 – dopo la morte del padre Ian - e pari a 200mila sterline, nasconderebbe, in realtà, un’ulteriore quota di eredità paterna sulla quale il premier non avrebbe, dunque, pagato la dovuta tassa di successione.

Ieri a Londra la protesta a Downing Street
Giorni difficili, dunque, per il premier, a due mesi e mezzo dal delicato referendum sulla possibilità della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea: la cosiddetta “Brexit”. Ieri pomeriggio una manifestazione sempre più consistente di inglesi con cappello stile Panama e camicie hawaiane e inneggianti alle dimissioni del premier si è riunita dapprima davanti al numero 10 di Downing Street - la residenza ufficiale del Primo ministro - per poi spostarsi davanti a un centro di Covent Garden, dove Cameron stava partecipando al congresso primaverile del partito conservatore. Intanto il premier ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per indagare sui file fuoriusciti dallo studio Mossack-Fonseca e composto da agenti del fisco e membri dell’Agenzia nazionale del crimine. (R.B.)








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