2016-04-07 16:13:00

Francia: approvata legge che sanziona clienti delle prostitute


La Francia ha varato la legge sulla prostituzione stabilendo che il cliente di una prostituta compie un'illegalità: "l’acquisto" di un atto sessuale verrà dunque sanzionato con multe dai 1.500 ai 3.500 euro per i recidivi. Dall’altro lato, non sarà più possibile accusare di adescamento chi si prostituisce. Maria Laura Serpico ha chiesto a Giovanni Paolo Ramonda, presdiente dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, se la sanzione economica è l’arma migliore per combattere questa tipologia di crimini:

R. – La Francia si sta adeguando al cosiddetto “modello nordico”, a cui tra l’altro, come Comunità Giovanni XXIII, già quando era presenta don Oreste Benzi, ci ispiravamo: era stato adottato dalla Svezia e aveva portato molti frutti e una drastica riduzione di questa forma di schiavitù. Perché? Perché bisogna agire sulla domanda: le donne, nella stragrande maggioranza, sono schiave e schiavizzate, ancora nella forma attuale; vengono praticamente catturate minorenni; molte di loro sono incinte... E’ una vera forma di schiavitù! La Francia si sta, dunque, adeguando a questo: hanno capito che le donne sono schiave e quindi c’è una responsabilità che non può essere riconosciuta di fatto, mentre c’è una grave responsabilità dei clienti.

D. - La sanzione economica è l’arma migliore per combattere questa tipologia di crimini?

R. – La forma migliore è sempre quella educativa, è sempre quella che lavora sulle coscienze. La sanzione economica può essere un deterrente; un altro deterrente può essere quello che il cliente sa che vengono divulgati i suoi dati. E’ ovvio che la forma prima dovrebbe essere sempre quella educativa. Ma mentre noi attendiamo che l’educazione faccia il suo corso - e noi, come Associazione Papa Giovanni, lavoriamo anche sui clienti, nell’ascolto, nella formazione - sono fondamentali delle normative che mettano dei vincoli e quindi anche delle forme di punibilità del cliente. E’ ovvio che la persona, se lo avesse percepito personalmente e individualmente sarebbe stato meglio: ma mentre aspettiamo questo – perché altre persone non muoiano – anche la legge, la normativa che ti pone vincoli e freni è utile.

D. – Secondo la legge francese, 4.8 milioni di Euro saranno destinati ogni anno a percorsi di uscita dalla prostituzione. E in Italia?

R. – Anche in Italia ci sono programmi molto importanti. E’ prevista dalla legislazione italiana la possibilità che la donna – se denuncia – possa fare un percorso di "messa alla prova" e un programma di protezione se necessario, con il percorso per avere i documenti, per un avviamento al lavoro, alla formazione, alla studio della lingua o ad un eventuale ricongiungimento familiare. E’ ovvio che destinare anche dei fondi per questo è importante. Dopo, lo Stato dovrà vigilare che siano utilizzati per percorsi reali e che la controparte sociale – comuni, associazioni che rendono possibile questo – sia composta da persone competenti che lavorino già sul campo e che abbiano già dimostrato una piena collaborazione con le istituzioni, anche per debellare questo fenomeno.

D. – Sempre in Francia saranno concessi permessi di soggiorno speciali per le vittime di prostituzione di origine straniera. Cosa denota il dato secondo il quale l’80 per cento delle donne che si prostituiscono in Francia sono di origine straniera?

R. – La prostituzione, quella di massa, "utilizza" questo mercato che è in mano alle lobby dei trafficanti, alle lobby che reclutano generalmente queste donne in Paesi poveri, in famiglie povere, promettendo loro un lavoro e mettendole poi sulla strada. Quindi vanno a pescare anche in un background di retroterra di povertà estrema: promettono miraggi, promettono sogni a queste ragazzine e alle loro famiglie, che vengono poi tremendamente delusi dalla realtà che incontro.








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