2016-04-06 12:16:00

Amnesty su esecuzioni: è il numero più alto da oltre 25 anni


Il 2015 ha segnato il numero più alto di esecuzioni da oltre 25 anni. E’ il drammatico dato diffuso oggi da un rapporto di Amnesty International, che però rileva anche che 102 Stati, e quindi la maggioranza nel mondo, risultano abolizionisti per tutti i reati. Francesca Sabatinelli:

Iran, Pakistan, Arabia Saudita: nessuna novità ai primi posti della lista dei Paesi con il più alto numero di esecuzioni, da soli, questi tre, sono stati responsabili di quasi il 90% delle morti conosciute, a seguire gli Stati Uniti. Nessuna novità neanche per i reati che prevedono la pena capitale: traffico di droga, corruzione, adulterio e blasfemia. 1634 i prigionieri messi a morte nel 2015, il doppio rispetto all’anno precedente, il numero più alto registrato dal 1989 ma, purtroppo, un dato per difetto, perché non comprende la Cina, dove si ritiene che le esecuzioni siano state migliaia ma tutte secretate. Si continua, quindi, in molti casi, a ritenere che la pena di morte renda il mondo più sicuro, “un falso assunto”, spiega Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, che però precisa come fortunatamente gli Stati che ancora eseguono condanne a morte siano una minoranza, in quattro nell’anno passato hanno abolito la pena capitale:  Figi, Madagascar, Repubblica Democratica del Congo e Suriname.

Resta però il fatto che chi la mantiere ancora, continua a farlo in modo massiccio e, spesso, al termine di processi farsa, iniqui e irregolari. Il numero dei Paesi in cui si è proceduto ad esecuzioni è salito dai 22 del 2014 ai 25 dell’anno scorso, tra quelli che le hanno riprese anche il Ciad, dove non si registravano da oltre dieci anni. A questo si aggiunge un considerevole aumento in Egitto e Somalia. “Il 2015 è stato un anno di estremi – conclude Shetty – abbiamo assistito a sviluppi inquietanti ma anche a passi avanti che danno speranza”. La maggioranza del mondo, è quindi la conclusione, ha bandito la “più orribile delle pene”, chi ancora persegue nella pena di morte  deve rendersi conto che si trova “dal lato sbagliato della storia”.








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