2016-04-03 18:27:00

Inchiesta petrolio. Renzi rivendica paternità emedamento


In Italia continua a tenere banco l’inchiesta sul petrolio in Basilicata che ha portato alle dimissioni della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi. Il premier Renzi dice: l’emendamento per Tempa Rossa l’ho voluto io. Servizio di Giampiero Guadagni:

Si apre una settimana importante per la vicenda petrolio in Basilicata. Domani l’interrogatorio di garanzia dei sei indagati agli arresti domiciliari. I pm torneranno a chiedere l’arresto  di Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministra Federica Guidi che nei prossimi giorni sarà a sua volta interrogata come persona informata dei fatti. Così come la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, che intanto afferma: contro il governo ci sono i poteri forti. Parla invece di battaglia politica il premier Renzi, che in una intervista tv difende la Boschi e dice:  è mio l’emendamento che ha dato il via libera al progetto Tempa Rossa. E spiega: il governo vuole sbloccare le opere pubbliche e private.  Una risposta anche alle opposizioni che stanno preparando mozioni di sfiducia contro il Governo. Renzi poi si dice pronto ad essere ascoltato dai magistrati.  L’impianto  Total di Tempa Rossa, in provincia di Potenza, è al centro del primo filone dell’inchiesta; i pm ipotizzano pressioni sui ministri per far approvare il progetto nella legge di Stabilità 2015. Un altro riguarda il traffico illecito dei rifiuti prodotti in un sito lucano dell’Eni, sul quale incombe l’ombra del  disastro ambientale. Il terzo filone interessa l'attività dell'autorità portuale di Augusta, in Sicilia. Qui il principale indagato è il Capo di stato maggiore della Marina, l’ammiraglio De Giorgi. Tutta la vicenda finisce per intrecciarsi anche con l’ormai imminente referendum sulle trivelle. Renzi conferma l’orientamento all’astensione ma lascia al Pd libertà di voto.








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