2016-04-02 12:41:00

Papa Francesco: serve coraggio per diventare misericordiosi


La Chiesa celebra domani la festa della Divina Misericordia, nella seconda domenica di Pasqua, voluta da San Giovanni Paolo II. Due gli appuntamenti che Papa Francesco dedica a questa festa e a quanti aderiscono alla spiritualità della Divina Misericordia: una veglia di preghiera questa sera alle 18 in Piazza San Pietro e domani mattina la Messa alle 10, sempre in Piazza San Pietro. Durante la Veglia, si pregherà – tra gli altri – per i cristiani perseguitati e i cristiani prigionieri della mentalità mondana, le persone abusate e sfruttate, i profughi e gli esiliati. Ancora, si invocherà la Divina Misericordia perché raggiunga i violenti, i seminatori di odio e quanti opprimono la dignità dell'uomo. Intanto, stamani, Papa Francesco ha lanciato un nuovo tweet: “Diventare misericordiosi significa imparare ad essere coraggiosi nell’amore concreto e disinteressato”. Proprio sul binomio misericordia e coraggio, il servizio di Alessandro Gisotti:

Ci vuole coraggio ad essere misericordiosi, ci vuole coraggio per perdonare. Il pensiero di oggi affidato da Francesco ad un tweet ricorre tante volte in questo Giubileo e a dire il vero fin dall’inizio del suo Pontificato. Sì, ci dice e ridice il Papa, “per diventare misericordiosi bisogna imparare ad essere coraggiosi nell’amore”. “Avere un cuore misericordioso – avvertiva del resto in un’altra occasione - non significa avere un cuore debole”. Chi vuole essere misericordioso, infatti, “ha bisogno di un cuore forte e  saldo”.

Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia
Forte era di certo il cuore di Lucia che, rivolgendosi all’Innominato che la tiene prigioniera, rammenta: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. E’ significativo che questa pagina dei Promessi Sposi sia tra le più amate da Bergoglio, il quale ha confidato di averla letta tante volte. A colpirlo è la conversione dell’Innominato che inizia, in modo inatteso, proprio grazie a quella semplice, ma dirompente affermazione: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Dalle valli lombarde del ‘600 agli altipiani africani dei nostri giorni. Ci vuole coraggio per essere misericordiosi.

Coraggiosi nel perdono, nell’amore, nel fare la pace
Ecco perché incontrando i giovani del Centrafrica, tentati dalla sirena dell’odio e della violenza, Francesco invita a non ascoltare questo richiamo sinistro, ma piuttosto ad aprire il cuore, a renderlo saldo e coraggioso nell’amore. Più l’odio attorno a noi si fa fitto, d'altro canto, più la luce della misericordia deve essere penetrante:

“Si può perdonare a quello che ti ha fatto male? Sì. Così, con l’amore e con il perdono, voi sarete vincitori. Con l’amore voi sarete vincitori nella vita e darete vita sempre. L’amore mai vi farà sconfitti (…) Voi dovete essere coraggiosi: Coraggiosi nel perdono, coraggiosi nell’amore, coraggiosi nel fare la pace”. (Discorso ai giovani centrafricani, 30 novembre 2015)

Permesso, scusa, grazie: il coraggio della misericordia in famiglia
Il coraggio della misericordia, ripete il Papa, è anche quello che fa andare avanti le famiglie nell’affrontare le tante difficoltà della vita. Il coraggio di fare sacrifici, il coraggio di sapersi perdonare e ricominciare. “Il perdono – scrive Francesco nella Misericordiae Vultus - è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza”. La misericordia è concreta, annota ancora, e si declina anche con un semplice “permesso, scusa, grazie”. Ci vuole coraggio dunque per essere misericordiosi anche in famiglia:

“Ci vuole coraggio per questo, eh! Per questo quando io saluto i novelli sposi, dico: ‘Ecco i coraggiosi!’, perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la Chiesa. La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande missione di amore della Chiesa”. (Udienza generale 6 maggio 2015)

Il coraggio di sentirsi peccatori e di chiedere perdono
Ci vuole coraggio anche e soprattutto per riconoscersi peccatori. “Una grazia da chiedere”, ripete tante volte Francesco. Solo così infatti possiamo lasciarci raggiungere e toccare dalla Misericordia di Dio. Lui sempre bussa alla porta del nostro cuore, ma ha bisogno di noi per entrare:

“Se tu non ti senti peccatore, hai incominciato male. Chiediamo la grazia che il nostro cuore non si indurisca, che sia aperto alla misericordia di Dio, e la grazia della fedeltà. E quando ci troviamo, noi, infedeli la grazia di chiedere perdono”. (Omelia a Santa Marta, 3 marzo 2016)








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