2016-04-01 17:07:00

I cristiani restano a Garissa e pregano per i terroristi


Primo anniversario della strage di Garissa

"La diocesi ricorda l'anniversario della strage domenica 3 aprile durante la messa. Preghiamo, spiega mons. Joseph Alessandro, vescovo di Garissa in Kenya, per i nostri fratelli e sorelle vittime di quel massacro e per i loro cari che soffrono ancora per la perdita di tanti giovani cristiani. Vorrei ricordare che siamo nell'anno della Misericordia e domenica l'anniversario della strage dell'università cade nella giornata della Divina Misericordia". Chiediamo la Misericordia di Dio per tutti noi, per essere capaci di mostrare misericordia anche verso chi ha fatto questi massacri. Preghiamo anche per i nostri fratelli terroristi, perchè, un giorno, possano pentirsi delle loro azioni per costruire un mondo migliore basato sul rispetto delle persone che credono in diverse religioni. Crediamo in questa grazia nell'anno del Giubileo della Misericordia. E domenica, giornata della Divina Misericordia, siamo certi che Dio ci ascolta in questa preghiera". 

Il terrorismo islamico in Kenya

"C'è paura, possiamo dire, in tutto il Kenia: Ma soprattutto nella parte nord occidentale, dove c'è anche la nostra diocesi, la paura si sente di più. Anche la sicurezza è stata aumentata durante le feste pasquali, ma grazie a Dio, prosegue il vescovo di Garissa, mons. Alessandro, non è successo niente. Ma, ripeto, la sicurezza ha preso sul serio le minacce di attentati annunciati. La situazione è sotto controllo, ma dentro la gente, soprattutto dentro i cristiani, esiste la paura che qualcosa possa accadere da un giorno all'altro". "L'università è aperta dal 4 gennaio scorso, ma gli iscritti sono pochi. La maggioranza sono musulmani della tribù somala e vanno ai corsi solo il venerdi e il sabato. Gli iscritti sono adulti che lavorano e frequantano i corsi serali. Quando riaprono le iscrizioni a settembre ci si aspetta nuove iscrizioni. Un segnale da cogliere in positivo". 

I cristiani restano a Garissa

"Alcuni cristiani sono parttiti per le loro case nel Kenya ma altri sono torrnati a casa". "Sì, loro sono forti nella fede e questo dà coraggio anche a me. In questa Quaresima ho cercato di essere molto vicino ai nostri cristiani. Nella diocesi di Garissa vi sono altri luoghi dove i cristiani sono stati massacrati negli anni. Ho visitato i cristiani in questi luoghi nei giorni più importanti della Pasqua. In ogni località, i cristiani erano molto numerosi e questo è il segno che la gente, anche se dentro ha paura, riesce a superarla e vengono ìn Chiesa".

Il dialogo con l'Islam 

"Prima del massacro all'università c'erano incontri regolari tra cristiani e musulmani. Con il massacro si sono fermati ma ora sono ripresi un po'". Ricordo l'espisodio di un autobus fermato dagli Shabaab che chiesero ai musulmani di dividersi dai cristiani. I musulmani hanno reagito rifiutandosi di separarsi dai cristiani e i terroristi sono andati via. Abbiamo apprezzato e ricordato questo gesto da parte dei fratelli musulmani che hanno offerto la loro vita per difendere i crsitiani". 

Il racconto della strage di 148 giovani, ragazzi e ragazze del campus universitario di Garissa è contenuto nel libro 'Opere di Luce' (edizioni Marna), scritto dal sacerdote bergamasco, mons. Luigi Ginami, e dalla giornalista Rai, Vania De Luca. Mons.Ginami, a capo della Fondazione Santina Zucchinelli intitolata alla madre, fondazione impeganta in opere di carità in Italia e nel mondo, ha visitato Garissa nel settembre scorso. A Maggio, grazie al lavoro di molti volontari, verrà inaugurata nella città kenyota una chiesa realizzata, tra l'altro, grazie alla scelta di una coppia di giovani sposi italiani di trasformare i loro regali di nozze in fondi poi donati alla Fondazione per la costruzione dell'edificio, simbolo di misericordia, pace e dialogo. Con noi, Caterina Piantoni Paris, animatrice del progetto 'Chiesa a Garissa' per la Fondazione Santina Zucchinelli. . 








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