Udienza generale stamane in Piazza San Pietro. Il Papa ha svolto la sua ultima catechesi sulla misericordia nell’Antico Testamento, meditando sul Salmo 51, detto Miserere. “Si tratta – ha detto - di una preghiera penitenziale in cui la richiesta di perdono è preceduta dalla confessione della colpa e in cui l’orante, lasciandosi purificare dall’amore del Signore, diventa una nuova creatura, capace di obbedienza, di fermezza di spirito, e di lode sincera”.
Il re Davide, un peccatore che riconosce il suo peccato
“Il ‘titolo’ che l’antica tradizione ebraica ha posto
a questo Salmo – ha sottolineato - fa riferimento al re Davide e al suo peccato con
Betsabea, la moglie di Uria l’Hittita. Conosciamo bene la vicenda. Il re Davide, chiamato
da Dio a pascere il popolo e a guidarlo sui cammini dell’obbedienza alla Legge divina,
tradisce la propria missione e, dopo aver commesso adulterio con Betsabea, ne fa uccidere
il marito. Brutto peccato! Il profeta Natan gli svela la sua colpa e lo aiuta a riconoscerla.
È il momento della riconciliazione con Dio, nella confessione del proprio peccato.
E qui Davide è stato umile, è stato grande!”.
Confessare la colpa nella certezza che Dio è misericordioso
“Chi prega con questo Salmo è invitato ad avere gli
stessi sentimenti di pentimento e di fiducia in Dio che ha avuto Davide quando si
è ravveduto e, pur essendo re, si è umiliato senza avere timore di confessare la colpa
e mostrare la propria miseria al Signore, convinto però della certezza della sua misericordia.
E non era un peccato, una piccola bugia, quello che aveva fatto; aveva fatto un adulterio
e un assassinio!".
Dio è l'unico che può liberare dal peccato
“Il Salmo inizia con queste parole di supplica:«Pietà
di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande
misericordia cancella la mia iniquità – si sente iniquo -. Lavami tutto dalla mia
colpa, dal mio peccato rendimi puro» (vv. 3-4). L’invocazione è rivolta al Dio di
misericordia perché, mosso da un amore grande come quello di un padre o di una madre,
abbia pietà, cioè faccia grazia, mostri il suo favore con benevolenza e comprensione.
E’ un appello accorato a Dio, l’unico che può liberare dal peccato. Vengono usate
immagini molto plastiche: cancella, lavami, rendimi puro. Si manifesta, in questa
preghiera, il vero bisogno dell’uomo: l’unica cosa di cui abbiamo davvero bisogno
nella nostra vita è quella di essere perdonati, liberati dal male e dalle sue conseguenze
di morte. Purtroppo, la vita ci fa sperimentare tante volte queste situazioni; e anzitutto
in esse dobbiamo confidare nella misericordia. Dio è più grande del nostro peccato”.
Dio è più grande del nostro peccato!
A braccio ha aggiunto: “Non dimentichiamo questo:
Dio è più grande del nostro peccato! ‘Padre io non lo so dire, ne ho fatte tante grosse,
tante!'. Dio è più grande di tutti i peccati che noi possiamo fare. Dio è più grande
del nostro peccato. Lo diciamo insieme? Tutti: Dio – tutti insieme! – è più grande
del nostro peccato!. Un’altra volta: Dio è più grande del nostro peccato! Un’altra
volta: Dio è più grande del nostro peccato!”. E il suo amore è un oceano in cui possiamo
immergerci senza paura di essere sopraffatti: perdonare per Dio significa darci la
certezza che Lui non ci abbandona mai. Qualunque cosa possiamo rimproverarci, Lui
è ancora e sempre più grande di tutto (cfr 1
Gv 3,20) perché Dio è più grande del nostro peccato”.
Dio cancella il peccato alla radice, non come in tintoria
“In questo senso, chi prega con questo Salmo ricerca
il perdono, confessa la propria colpa, ma riconoscendola celebra la giustizia e la
santità di Dio. E poi ancora chiede grazia e misericordia. Il salmista si affida alla
bontà di Dio, sa che il perdono divino è sommamente efficace, perché crea ciò che
dice. Non nasconde il peccato, ma lo distrugge, lo
cancella; ma lo cancella proprio dalla radice non come fanno in tintoria quando portiamo
un abito e cancellano la macchia. No! Dio cancella il nostro peccato proprio dalla
radice, tutto! Perciò il penitente ridiventa puro, ogni macchia è eliminata ed egli
ora è più bianco della neve incontaminata. Tutti noi siamo peccatori. È vero questo!
Se qualcuno di voi non si sente peccatore che alzi la mano. Nessuno, eh! Tutti lo
siamo”.
Il perdono di Dio ci rende creature nuove
“Noi peccatori, con il perdono, diventiamo creature
nuove, ricolmate dallo spirito e piene di gioia. Ora una nuova realtà comincia per
noi: un nuovo cuore, un nuovo spirito, una nuova vita. Noi, peccatori perdonati, che
abbiamo accolto la grazia divina, possiamo persino insegnare agli altri a non peccare
più".
Cado e mi rialzo
Ha quindi proseguito a braccio: “’Ma Padre, io sono
debole: io cado, cado’, ‘Ma se tu cadi, alzati! Alzati!’. Quando un bambino cade,
cosa fa? Alza la mano verso la mamma, il papà, perché lo alzi. Facciamo lo stesso.
Se tu cadi per debolezza nel peccato, alza la tua mano: il Signore la prende e ti
aiuterà ad alzarti. Questa è la dignità del perdono di Dio! La dignità che ci dà il
perdono di Dio è quella di alzarci, metterci sempre in piedi, perché Lui ha creato
l’uomo e la donna per essere in piedi”.
Se vuoi essere perdonato, perdona anche tu
“Dice il Salmista: «Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo. […] Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori
a te ritorneranno» (vv. 12.15). Cari fratelli e sorelle, il perdono di Dio è ciò di
cui tutti abbiamo bisogno, ed è il segno più grande della sua misericordia. Un dono
che ogni peccatore perdonato è chiamato a condividere con ogni fratello e sorella
che incontra. Tutti coloro che il Signore ci ha posto accanto, i familiari, gli amici,
i colleghi, i parrocchiani… tutti sono, come noi, bisognosi della misericordia di
Dio. È bello essere perdonato, ma anche tu, se vuoi essere perdonato, perdona anche
tu. Perdona! Ci conceda il Signore, per intercessione di Maria, Madre di misericordia,
di essere testimoni del suo perdono, che purifica il cuore e trasforma la vita. Grazie”.
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