2016-03-30 14:47:00

Sud Sudan afflitto da fame. P. Moschetti: è una catastrofe


I livelli di fame e malnutrizione, in alcune zone del Sud Sudan, sono allarmanti. La denuncia è della Fao che, in un comunicato, avverte che i prezzi delle derrate alimentari, dopo due anni di guerra civile, sono diventati esorbitanti. A essere colpite soprattutto le zone più dilaniate dalla violenza, dove i prodotti alimentari si stanno esaurendo rapidamente. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Sono soprattutto due gli Stati colpiti dalla fame in conseguenza della violenza, quello di Unity e quello di Upper Nile, in realtà però è tutto il Paese a essere tormentato dalla malnutrizione. I prezzi del cibo sono diventati esorbitanti a causa dell’enorme svalutazione della moneta locale, la sterlina sudanese, rispetto al dollaro e le previsioni peggiorano sempre di più, i prodotti alimentari si esauriscono rapidamente e i combattimenti in alcune zone tra le fazioni del presidente Salva Kiir e del suo vice Riek Machar non cessano. Padre Daniele Moschetti, superiore provinciale dei Comboniani del Sud Sudan, nella capitale Juba:

R. – Sono le due zone dove la guerra veramente ha imperversato e ha continuato a farlo, da aprile fino a dicembre dell’anno scorso, con migliaia di donne stuprate, bambini uccisi, bruciati nelle capanne. E anche ultimamente ci sono stati degli scontri. Quindi, proprio per questo motivo, la situazione nel Paese è ormai catastrofica, l’economia è al collasso totale in tutto il Paese. C’è in atto una svalutazione del pound – la moneta locale – rispetto al dollaro, che ora vale sei volte di più. Molte imprese hanno chiuso, molti investitori stranieri se ne sono andati. Tutto questo sta veramente creando una situazione difficilissima in tutto il Paese. E logicamente molto di più in queste zone, dove c’è ancora un accanimento tra i due gruppi, tra i due leader. Le organizzazioni umanitarie fanno fatica a entrare dentro e a portare gli aiuti umanitari. Sono a rischio 4-5 milioni di persone e il numero sta crescendo in questo senso.

D. – Nel Paese ci sono tra i più alti livelli di mortalità, materna e infantile, per malnutrizione e patologie varie a questa collegate. Padre, voi Missionari comboniani con quali situazioni vi trovate a lavorare ogni giorno?

R. – Difficilissime adesso con la guerra. Anche in quelle situazioni dove prima si poteva ancora dialogare con i soldati, con le autorità, ora tutto sta diventando sempre più difficile, perché i primi nemici della gente sono proprio gli stessi soldati dell’esercito o i ribelli: sono loro che arrivano con le armi e rubano, portano via anche quel poco che la gente ha nelle capanne, cibo o altro, e non soltanto nelle zone di guerra, anche se in queste ancora di più sicuramente si assiste al sopruso, ad atti di violenza, da parte dei ribelli o anche dei soldati regolari, da quelli che dovrebbero aiutare a proteggere la gente. E questo diventa un altro momento di sofferenza e morte per la gente. Stiamo veramente pregando perché ci sia un miracolo, perché siamo in mano a due leader che sono entrambi criminali di guerra. Purtroppo, però, non abbiamo alternativa e quindi dobbiamo andare avanti cercando di far sì che questi due gruppi possano dialogare e arrivare a un governo di unità nazionale nelle prossime settimane – così almeno dicono – anche se però ci sono grandi divisioni interne e grandissime ferite. Quindi, abbiamo bisogno di un grande miracolo, di San Daniele Comboni, il nostro fondatore, che ha dato tutta la sua vita al Sudan, e di Santa Giuseppina Bakhita, prima Santa africana e prima Santa sudanese, schiava cinque volte poi canonizzata da San Giovanni Paolo II.








All the contents on this site are copyrighted ©.