2016-03-30 14:30:00

Mons. Hinder: lo Yemen ripartirà con la cultura della mediazione


Nello Yemen, sempre viva la speranza di ritrovare padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano di origine indiana rapito il 4 marzo scorso nell’assalto terroristico a una casa per anziani ad Aden. Nel corso dell’attacco, erano state uccise quattro suore di Madre Teresa di Calcutta e altre dodici persone, tutti collaboratori della struttura. Intanto, sul terreno si registrano nuovi scontri tra lealisti e miliziani di Al Qaeda, al sud, e attacchi della coalizione araba contro ribelli sciiti Houthi. Il presidente Hadi ha proposto il varo di una tregua che preceda colloqui di pace. Giancarlo La Vella ne ha parlato con mons. Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale:

R. – Spero che ci sia un risultato positivo. È chiaro che dopo tanti conflitti, una guerra terribile in questi ultimi 12 mesi, non sarà facile riconciliare le parti. Però, il fatto che almeno si parlino, che cerchino un’uscita è già un buon segno e forse è il risultato che ogni parte si rende conto che da sola non può vincere la guerra. Devono mettersi insieme. Credo ci vorrà un po’ di tempo per ristabilire le cose, perché è una situazione molto complicata.

D. – Intanto, ci sarà modo di soccorrere la popolazione civile che dopo tanti mesi di conflitto soffre in maniera indicibile?

R. – Quello che so è che la maggioranza della gente soffre la fame. Ora, come si porterà soccorso è un’altra questione, perché ci sono tante fazioni, tante tribù, interessi divergenti. Non sarà facile riconciliarli tutti. Forse non hanno ancora imparato la cultura della mediazione. C’è il rischio che ognuno voglia aver tutto per sé, questo non andrà bene.

D. – Tante le speranze di pace, anche speranze che si abbiano notizie di padre Tom…

R. – Io spero prima di tutto che sia ancora vivo, ne sono convinto. Come sarà liberato vedremo…

D. – Ha una speranza personale per il futuro dello Yemen?

R. – Ho speranza perché prima di tutto lo Yemen è una nazione di cultura antica. È veramente un Paese meraviglioso, verso il quale ho sempre avuto molta stima. Spero il futuro sia migliore di quello che è stato in questi ultimi mesi, ma ci vuole gente capace di negoziare, onesta, che va avanti con il rispetto verso le minoranze esistenti. Dopo di che, è possibile ricostruire un nuovo futuro. Questa nazione lo merita.








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