“A ciò che sta accadendo non possiamo rispondere con il silenzio. È in atto la ‘terza guerra mondiale’ e l’Europa, colpita al cuore e sfidata ripetutamente, non può più rimanere alla finestra a guardare quello che accade nell’Asia medio orientale, in Africa o in altri Paesi apparentemente lontani. Non può nemmeno limitarsi ad aggiornare programmi e convenzioni per l’accoglienza dei profughi”. Lo afferma padre Mauro Gambetti, custode Sacro Convento di Assisi. In una nota diffusa ieri, ripresa dall'agenzia Sir, Gambetti spiega: “Il terrorismo trasversale, infuocato dai proclami di una ‘guerra santa’, costringe i governi e i cittadini a prendere posizione: nascondersi come topi o uscire allo scoperto. Guerra santa? Misericordia”.
Da Assisi una preghiera corale e una parola unanime
Padre Gambetti cita Giovanni Paolo II che nel 1986, in piena guerra fredda, convocò
ad Assisi i leader mondiali delle religioni per invocare la pace nel mondo. “Quest’anno
– aggiunge – corre il trentennale di quel primo incontro e i frati francescani di
Assisi, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla diocesi, escono allo scoperto
e spalancano le porte per un nuovo incontro tra i leader mondiali delle religioni.
Una preghiera corale e una parola unanime, frutto di una riflessione condivisa, questa
la risposta che vorremmo suscitare”. L’appuntamento è dal 18 al 20 settembre: “Due
giorni di tavole rotonde e una giornata di preghiera. Con i leader religiosi sono
invitati uomini politici, esponenti del mondo scientifico e della cultura, operatori
di pace e tutti gli uomini di buona volontà”.
Contro la violenza le religioni devono donare al mondo un messaggio convergente
“Insieme ci domanderemo: quali sono i principi riconosciuti da tutte le religioni
per una coesistenza pacifica? Quale contributo la politica, la scienza, le culture
in genere possono proporre per la definizione di un decalogo dell’umana convivenza?
Davanti all’insensata violenza che imperversa, le religioni devono donare al mondo
un messaggio convergente. La politica deve compiere lo sforzo di tracciare un percorso
verso l’obiettivo della giustizia e della pace tra i popoli, coniugando ogni progetto
con la sostenibilità ambientale”.
La risposta da dare è la fraternità umile tracciata da san Francesco
“Nelle principali piazze del mondo, da Oriente a Occidente - si legge nel testo del
custode del Sacro Convento di Assisi - faremo conoscere il pensiero che scaturirà
dagli incontri e dai dialoghi di Assisi. E coltiviamo un sogno: che l’Italia assurga
ad esempio di integrazione delle culture, assumendo il decalogo che verrà scritto
in Assisi nell’ordinamento legislativo e nei decreti attuativi. Forse, si potrà estendere
tale modello agli Stati europei e poi a tutti gli Stati membri dell’Onu”. “Crediamo
che la strada di Assisi, quella della fraternità umile tracciata da Francesco, vissuta
sulla strada prima ancora che nei conventi, caratterizzata dalla ‘reciproca sottomissione’,
sia la risposta da dare”. (R.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |