2016-03-28 10:00:00

Corrao: l'Is non ha niente a che fare con il vero islam


Una delle conseguenze dei recenti attentati di Bruxelles e Parigi rivendicati dai jihadisti del sedicente Stato islamico, è la crescita tra la gente della diffidenza, se non a volte dell’ostilità, nei confronti dei musulmani che vivono nelle nostre città. Il rischio in questi casi è che la violenza di estremisti, che si richiamano all’islam, getti una luce negativa sugli uomini e le donne appartenenti a quella religione, creando ulteriori chiusure anche nei confronti dei tanti migranti musulmani giunti alle porte dell’Europa. Adriana Masotti ha sentito in proposito Francesca Maria Corrao, professore Ordinario di Lingua e Cultura Araba presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Luiss di Roma.

D. – Professoressa Corrao, qualche giorno fa un quotidiano italiano titolava, dopo i fatti di Bruxelles: “Cacciamo l’islam da casa nostra!”. Quando però sentiamo i musulmani che vivono in Europa, ci sentiamo dire che ciò che è avvenuto non c’entra nulla con l’islam, che non è l’islam! Come stanno le cose, secondo lei?

R. – Effettivamente è proprio vero: questa forma di terrorismo, che utilizza alcuni versetti per seminare il terrore, in realtà sta operando contro lo spirito essenziale della religione. La religione esiste per la felicità degli esseri umani e così come l’islam il cristianesimo, l’ebraismo, il buddhismo. Dunque è chiaro che nei terroristi c’è una assoluta mancanza di rispetto nei confronti della vita e della dignità umana.

D. – Ma, secondo lei, c’è una sufficiente maturazione nel mondo islamico nell’interpretare oggi i precetti del Corano rispettando quella che è la dignità della persona: è in atto questa crescita?

R. – Assolutamente sì! E’ da due secoli che c’è un dibattito sul rinnovamento dell’islam, che è molto importante. Ci sono grandi studiosi, filosofi, teologi dall’Egitto al Marocco: questi hanno adeguato la lettura dell’islam, riportandola all’essenza, alla purezza; però la purezza non è la violenza e la follia come interpretano, invece, questi estremisti  dai quali è poi venuta fuori questa corrente di fanatici e di dissennati. E comunque voglio ricordare che le manifestazioni delle rivoluzione arabe, che hanno preso l’avvio alla fine del 2010 e nel 2011, erano partite proprio in nome della dignità della persona, della giustizia. Noi si pensa: questi poveri ragazzi che sono nelle  banlieue, che rispondono a questo richiamo di questi fanatici Imam che li plagiano…. E’ verissimo, ma ci sono anche migliaia, centinaia di migliaia di ragazzi che patiscono ingiustizie, ma che non fanno ricorso alla violenza e al fanatismo e sono – pure loro! – musulmani. Le faccio un esempio: questi pazzi scatenati dell’Is hanno distrutto Palmira, ma Palmira stava lì da mille anni sotto un dominio di governi ispirati all’islam e non ha mai pensato nessuno di distruggerla; lo stesso per le meraviglie che stavano in Iraq; anche in Afghanistan sono stati i talebani a distruggere i Buddha di Bamiyan, mica sono stati gli afghani musulmani…

D. – Parlando di terrorismo, nel caso dell’Is o di Boko Haram, secondo lei è corretto fare un discorso di tipo teologico oppure il vero ambito di analisi è quello geopolitico-economico?

R. – L’ambito di analisi è geopolitico-economico; dopodiché il discorso teologico non ci porta da nessuna parte. In questo momento noi dobbiamo parlare della dignità degli esseri umani ad altri essere umani ed unirci contro il terrorismo.

D.  – Per contrastare la violenza dell’Is e di altri gruppi terroristici quanto può essere utile il coinvolgimento di Imam e intellettuali musulmani?

R. – Assolutamente sì: imam, intellettuali, ma anche mamme musulmane, papà, lavoratori: sono le persone comuni che cambiano il corso della storia!

D. – Ma il Corano permette l’uccisione di una persona in determinate condizioni? In un versetto è scritto: … chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla Terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera….

R. – Sul Corano c’è scritto tutto e il contrario di tutto…. Il problema è l’educazione e l’insegnamento: quindi sono le scuole; e quindi sono gli imam; ma quindi sono anche i genitori, le madri e le comunità tutte, nel loro insieme. Quello che lei ha citato, quel versetto del Corano, preso così da solo non significa assolutamente niente! Pure nell’Antico Testamento possono esserci delle affermazioni che non hanno senso nell’attualità: tutto va interpretato e spiegato! Ovviamente l’islam ha una peculiarità: quella che ciascuno può leggere il Corano e approfondire il rapporto con Dio; ma questo approfondimento del rapporto con Dio non vuol dire la manipolazione della Parola di Dio a fini politici. Non c’entra niente!

D. – Qualcuno sostiene che l’islam è intrinsecamente violento e proprio perché non c’è una interpretazione si prende alla lettera il Corano:

R. – No, non è cosi! Non è stato mai così! E’ l’essere umano ad essere intrinsecamente violento ed è l’essere umano ad essere intrinsecamente buono: l’essere umano utilizza la propria violenza, la educa e la controlla oppure no! Questo è un fatto di civiltà, di educazione e di scelte culturali. E’ chiaro che è importante conoscere, approfondire, studiare e divulgare la giusta lettura ed è quello che tanti studiosi islamici hanno fatto negli ultimi due secoli ed è, dunque, da parte nostra fondamentale conoscere e riconoscere questi sforzi e collaborare con le persone che operano in questa direzione.








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