2016-03-27 10:00:00

Appello per Pasqua in Terra Santa: i pellegrini non ci abbandonino


Una Pasqua di fede e speranza nonostante le tante difficoltà. E’ quella vissuta dai cristiani di Terra Santa, in un periodo contrassegnato purtroppo da tante violenze e nuove contrapposizioni nella regione mediorientale. Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza del dott. Charlie Abou Saada, direttore del Centro ecumenico giovanile Juthouruna Forum, raggiunto telefonicamente a Betlemme:

R. – Qui è il luogo dei miracoli, è il luogo dell’Incarnazione. Qui, a Betlemme, siamo molto vicini a Gerusalemme, che è anche luogo della nostra salvezza. Quindi sì abbiamo celebrato questa Pasqua con grande fedeltà, con grande gioia, malgrado tutti i problemi. Insieme ai nostri giovani, al nostro gruppo giovanile, ai nostri parrocchiani abbiamo cercato di dare un po’ di speranza alla gente e soprattutto ai giovani che – malgrado tutto – vogliono e vorrebbero restare a testimoniare la loro fede in questa terra. C’è violenza ed ogni giorno, ogni mattina e ogni sera sentiamo qualcosa che è accaduto a Hebron, a Gerusalemme…. Ma cerchiamo di restare fedeli, restare fedeli a Gesù e alla Chiesa.

D. – Prima delle celebrazioni di Pasqua erano stati fatti degli appelli anche dalla Terra Santa ai pellegrini…

R. – Vogliamo vedere i cristiani di tutto il mondo venire qui, venire qui a darci una mano. La nostra è una Chiesa che sta soffrendo, che sta soffrendo tantissimo e abbiamo bisogno dei cattolici di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di tutti voi, qui, per pregare! Se parliamo, ad esempio, di Betlemme:  quasi il 40-45 per cento della popolazione di Betlemme vive grazie ai pellegrinaggi e ai pellegrini: quindi dagli alberghi ai souvenir shop, alle guide, ai ristoranti… Se ci sono pellegrini, questo vuol dire che i cristiani in Terra Santa e soprattutto a Betlemme riescono a vivere con dignità. Quindi venite, perché spesso ci sentiamo soli!

D. – Anche in questa Pasqua i cristiani testimoniano l’amore al Signore e lo sforzo di essere ponte, anche tra persone in contrapposizione tra loro…

R. – Lungo la storia, noi cristiani mediorientali siamo stati ponte fra Occidente e Oriente, fra le Chiese orientali e la Chiesa d’Occidente, tra musulmani, ebrei… Dovrei dire che quest’anno, ma anche negli ultimi anni, a causa di tutto quello che succede in Medio Oriente, stiamo vivendo un momento di difficoltà. Stiamo pregando tanto e stiamo invitando soprattutto i nostri giovani, a non aver paura, ad andare avanti sempre nella fede in Gesù Cristo, nella fede della Pasqua. Come dico sempre: “Noi chiamiamo la Chiesa del Santo Sepolcro la Chiesa della Resurrezione e quindi non aver paura e andare avanti malgrado tutto!”.








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