“I bambini hanno il diritto di essere bambini, lontani dai danni che possono essere loro inflitti dalla pornografia”: è quanto ha affermato mons. Comensoli, membro della Commissione episcopale australiana per la famiglia, la gioventù e la vita. Intervenendo, nei giorni scorsi, ad una riunione del Comitato permanente del Senato per l’Ambiente e la comunicazione, il presule ha ribadito: “Permettere che i bambini siano esposti alla pornografia è una forma di abuso”.
L’esposizione alla pornografia provoca gravi danni sui minori
“La Chiesa – ha aggiunto – ha la sua personale e vergognosa storia di abusi sui minori
e proprio per questa terribile esperienza vissuta dalle vittime non vuole vedere altre
forme di abusi sui bambini, come i danni provocati da una maggiore disponibilità di
materiale pornografico”. “Viviamo in una cultura in cui la pornografia è ormai integrata
– ha sottolineato mons. Comensoli – C’è un abbondante utilizzo di immagini a sfondo
sessuale nel campo della pubblicità, dei video musicali o dei giochi per computer”.
E molte di queste immagini “raggiungono ogni giorno dei bambini”, anche a causa del
facile accesso reso possibile dai dispositivi mobili.
Tutelare i minori: Internet sia più sicuro
Quindi, il presule ha ricordato che, secondo alcuni studi, oltre il 40 per cento dei
minori australiani tra gli 11 ed i 13 anni ha già visionato materiale pornografico,
con gravi conseguenze soprattutto nei rapporti sociali: “Gli adolescenti esposti alla
pornografia – spiega infatti mons. Comensoli - hanno maggiori probabilità di essere
sessualmente violenti”. Di qui, il richiamo del presule affinché “la comunità australiana
agisca per salvare i bambini da questo male”. Infine, la Chiesa di Sydney auspica
“una maggiore educazione” sull’argomento, insieme ad un sistema Internet più sicuro
per i minori. (I.P.)
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