Era il 24 marzo 1976 quando l’Argentina viveva il colpo di Stato militare che portava al potere il generale Videla, dando inizio alla dittatura. “Un avvenimento che non deve mai ripetersi, né dimenticare” scrive la Conferenza episcopale in un messaggio diffuso per l’occasione. “È stato un momento complesso e difficile per l’intera società” sottolineano i presuli, ricordando “l’escalation di violenza che culminò nel terrorismo di Stato” perpetrato attraverso torture, omicidi, sparizioni forzate.
Affrontare il passato per sanarlo ed ottenere verità e giustizia
“È stato il periodo più buio della nostra storia – scrivono i vescovi argentini –
le cui conseguenze sono ancora presenti, come un passato che dobbiamo affrontare e
sanare”. Il ritorno alla democrazia, dopo la caduta del regime militare nel 1983,
“ha segnato l’inizio di un cammino di verità e di giustizia che è urgente proseguire
per raggiungere la concordia e la fraternità sociale” aggiunge la Chiesa argentina,
evidenziando poi che “il riconoscimento del valore della vita, della dignità e dei
diritti inalienabili della persona costituisce la base indispensabile di ogni convivenza
umana e di ogni popolo”.
Cristo, fondamento della pace
Quest’anno, inoltre, l’anniversario del golpe coincide con il Giovedì Santo, “giorno
del dolore e del tradimento”, notano i vescovi, “ma anche giorno in cui Gesù ha manifestato
il suo amore fino alla fine, dando la sua vita per noi”, che “nel suo sangue siamo
stati riconciliati”. La speranza fondata in Cristo, “nostra pace” è, dunque, ciò che
“spinge a costruire una società veramente umana”. Infine, i presuli invitano a guardare
a Cristo affinché il suo esempio “aiuti a curare le ferite con verità, pentimento,
giustizia ed anelito di misericordia”.
Nei prossimi mesi, apertura archivi vaticani sulla dittatura argentina
Da ricordare che proprio ieri il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico
Lombardi, ha reso noto che, per volere di Papa Francesco, il lavoro di catalogazione
del materiale conservato negli archivi vaticani, riguardante i documenti risalenti
al tempo della dittatura in Argentina, “procede regolarmente” e dovrebbe essere completato
“nei prossimi mesi”. Le condizioni di accesso a tale materiale “si potranno studiare”
una volta completata la catalogazione, “d’intesa con la Conferenza episcopale argentina”.
Fin d’ora, comunque, “si cerca tuttavia di rispondere a domande specifiche per questioni
particolari di carattere giudiziario (rogatorie) o umanitario” (A cura di
Isabella Piro)
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