Immigrazione. Ci sono difficoltà per la piena applicazione del piano per il rimpatrio dei migranti varato venerdì scorso dopo l’accordo tra Unione Europea e Turchia. Il programma è entrato in vigore ieri. A frenare è la Grecia, che, attraverso il portavoce del governo, afferma di aver bisogno di tempo e mezzi. Intanto in Mar Egeo nuovo dramma dell’immigrazione. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Nonostante le rassicurazioni del premier greco Tsipras, Atene costituisce il 'ventre molle' nell’applicazione del piano di rientri che rischia di non decollare affatto. Per far partire il programma – afferma il governo ellenico – occorrono mezzi, tempo e personale specializzato per l’identificazione dei migranti, che in questo momento la Grecia non ha. Intanto ieri, la guardia costiera del Pireo ha ripescato i corpi senza vita di due bimbe di uno e due anni cadute da un'imbarcazione carica di migranti vicino l'isola di Rodi. In questo clima continuano le critiche di molte ong e associazioni sull’accordo tra Bruxelles e Turchia che assolutamente non considera l’aspetto umanitario. Sentiamo Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas Italiana, intervistato da Alessandro Guarasci:
R. – Da un lato, non permettiamo, giustamente, alla Turchia di procedere con l’adesione all’Unione Europea, perché mancano i requisiti minimi, soprattutto il riferimento al rispetto dei diritti umani. Però, quando si tratta di rimandare indietro i profughi che arrivano da quel Paese, questa preoccupazione viene meno. Quindi, ci chiediamo dove sia la coerenza in tal senso.
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