Nessuno sapeva che volevo passare dei documenti ai giornalisti: così mons. Angel Lucio Vallejo Balda nella sesta udienza del processo in Vaticano per appropriazione e divulgazione illecita di documenti riservati. Anche oggi il giornalista Gianluigi Nuzzi, dichiarato contumace, era assente per seguire un processo penale a suo carico a Milano. Presenti invece, come ricorda una nota della Sala Stampa vaticana, gli altri imputati: Nicola Maio, Francesca Immacolata Chaouqui, che ha accusato un lieve malore ma non ha voluto lasciare l'aula, e il giornalista Emiliano Fittipaldi, interrogato nel pomeriggio. La prossima udienza, se non ci saranno rinvii, sarà venerdì prossimo. Il servizio del nostro inviato Massimiliano Menichetti:
L’interrogatorio di Fittipaldi
“Come giornalista italiano sono vincolato dal segreto
professionale”. Sono le prime parole di Emiliano Fittipaldi davanti al Collegio giudicante
presieduto dal prof. Giuseppe Dalla Torre. L’imputato ha precisato che avrebbe risposto
alle sole domande che non avrebbero violato la segretezza delle fonti. E per questo
motivo non ha spiegato nulla circa i contenuti dei tre incontri avuti a quattrocchi
con mons. Vallejo Balda e in relazione ad alcuni documenti che i due si sarebbero
dovuti scambiare.
Fittipaldi incontra mons. Vallejo insieme a Chaouqui
Rispondendo alle domande del promotore di Giustizia
e degli avvocati di parte ha confermato che nell'aprile/maggio 2015 ha conosciuto,
grazie alla mediazione della Chaouqui, l’ex segretario di Cosea, ma di non aver avuto
con lui una particolare frequentazione. “Non sapevo e non so nulla della sua vita”,
ha sostenuto.
La consegna spontanea dei documenti
Mons. Vallejo gli girò 20 fogli, Fittipaldi ha ribadito,
che inizialmente non chiese nulla ma che il prelato consegnò spontaneamente dei documenti.
Ha sostenuto lo scarso valore giornalistico del materiale ricevuto e ammesso di aver
utilizzato solo due documenti per il suo libro che in realtà, all’epoca delle acquisizioni,
era già in sostanza ultimato. Per il lavoro di Fittipaldi centrale era la spinta alla
trasparenza impressa da Papa Francesco ed in questa linea di indagine analizzava le
posizioni di Ior, Apsa e Congregazione delle Cause dei Santi, essendosi sempre occupato
di tematiche vaticane di carattere economico.
Nessun rapporto con Nuzzi e Maio
Ha confermato di aver conosciuto Nuzzi solo all’inizio
del processo, così come Maio. Ha evidenziato di non aver mai minacciato mons. Vallejo
Balda, anzi di aver sempre avuto un comportamento garbato e rispettoso, fatto questo
che ha avuto riscontro immediato nei diversi messaggi “Whatsapp” scambiati tra i due,
agli atti e letti in aula. Ha confermato di aver cercato per il suo lavoro d’indagine
la Chaouqui dopo lo scandalo “della terrazza su San Pietro per le canonizzazioni dei
due Papi”. Fittipaldi ha riportato lo stato di tensione di mons. Vallejo Balda il
quale diceva di essere preoccupato per una serie di relazioni citando il faccendiere
Luigi Bisignani.
I timori di mons. Vallejo
Nella mattinata gli avvocati di parte hanno completato
l’interrogatorio con mons. Vallejo Balda il quale ha ancora una volta ripetuto lo
stato di soggezione che provava nei confronti di Francesca Immacolata Chaouqui. Ha
ricordato anche gli incontri con Bisignani e Paolo Berlusconi, voluti dall’imputata
spiegando che l’uno era per convincerlo che la donna appartenesse ai servizi segreti
e l’altro per mostrare il legame con una famiglia importante e potente. “Il timore
aumentò - spiega mons. Valliejo Balda - nel capire che lei non era dei servizi”.
Nessuno sapeva
L’ex segretario della Cosea ha continuato a sostenere
uno stato di pressione, di ansia, generato anche “dalle minacce dirette” della collaboratrice,
per continuare a lavorare in Vaticano anche dopo il suo allontanamento. Mons. Vallejo
Balda ha spiegato che insieme a Maio e Chaouqui ha lavorato ad un dossier da consegnare
al Papa basato su notizie che lo preoccupavano, raccolte in internet, e poi di aver
maturato l’idea di diffondere i documenti riservati. “Nessuno sapeva della mia intenzione
- ha detto - di voler fornire il materiale ai giornalisti” Nuzzi e Fittipaldi, "neanche
Francesca Chaouqui di cui non mi fidavo". "Era un modo di pagare la mia libertà". Mons.
Vallejo Balda ha spiegato ancora che Nuzzi era più vicino al “mondo” definito più
volte “pericoloso” di Chaouqui, come gli avrebbe detto anche Fittipaldi, il quale
invece, secondo il prelato, era più distante da quella realtà fatta da condivisioni
di notizie. Ha ribadito di aver incontrato separatamente i due cronisti e di aver
visto Fittipaldi circa quattro volte. Ha escluso di “essere stato minacciato” dai
due, ma ha confermato di aver comunque provato una tale sensazione.
Memoriale - chiavetta usb
Più volte nella ricostruzione del prelato è stato
citato il memoriale da lui scritto durante il primo arresto. A tal proposito l’avvocato
di Francesca Immacolata Chaouqui ha depositato una “chiavetta usb” contenente la registrazione
di conversazioni tra la sua assistita ed un’amica fidata di mons. Vallejo, in cui
quest’ultima asserirebbe la falsità del memoriale. Fatto questo contestato dal prelato
poiché la donna in questione non avrebbe avuto "la disponibilità del documento".
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