2016-03-15 12:21:00

Sabella: a Roma centrale unica per appalti contro corruzione


A Roma tra il 2012 e il 2014 c’è stata una sistematica violazione delle norme sugli appalti. E' quanto dice la relazione  dell'Autorità nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, sulla situazione nella capitale. Per Cantone, c’è stato “il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica”, dunque a rischio corruzione. Alessandro Guarasci ha sentito Alfonso Sabella, già assessore alla Legalità della giunta Marino che si è dimessa lo scorso anno:

R. – Io sono arrivato nella giunta Marino il 23 dicembre. Il 20 gennaio ho dettato tutta una serie di nuove regole, totalmente diverse dal passato sugli appalti, che sono l’esatta trasposizione in una direttiva delle criticità che ha evidenziato Cantone, anche sulla base delle informazioni che lo stesso Raffaele Cantone mi ha fornito nell’immediato, già quando ebbe coscienza dei primi dati. Racconto la storia, tra l’altro, esattamente nel mio libro “Capitale infetta”.

D. – Guardando il sistema romano, secondo lei a oggi è quasi impossibile ovviare alle procedure negoziali?

R. – Nulla è impossibile, assolutamente, a parte che le procedure negoziate si possono fare con criteri molto più trasparenti di come sono state fatte in passato – e questi sono i criteri che ho dettato io e che in gran parte sono stati rispettati nel 2015 – e che le somme urgenze vanno fatto con le regole di legge. Rispetto al passato, per esempio, quando sono arrivato in Campidoglio, la media di somme urgenze era stata di 100 milioni di euro all’anno, nel 2015 non abbiamo superato i 3 milioni. Il sistema principale ovviamente con cui Roma può cambiare rotta – e lo scrivo anche nel mio libro – è quello della centrale unica di committenza.

D. – Su questo ancora ad oggi rimangono troppi centri di costo nel Comune di Roma…

R. – Roma ha circa 100 centri di spesa e almeno 44 stazioni appaltanti, senza contare partecipate e controllate. Per ovviare a questo sistema avevo fatto approvare dalla giunta la centrale unica di committenza, che doveva essere quindi un’unica stazione appaltante per tutta Roma capitale. Purtroppo, però, non abbiamo fatto in tempo a portarla in assemblea capitolina.

D. – In qualche modo questo rapporto mette anche sotto accusa il ruolo delle cooperative, che però in Italia hanno una importanza fondamentale per la struttura produttiva. Possibile che non si riesca…

R. – Quando rimangono cooperative. Il problema è che a Roma le cooperative si sono trasformate in vere e proprie s.p.a. e non avevano nulla di diverso dalle società, ma si avvantaggiavano del fatto che la legge dà delle premialità per la cooperazione sociale. Io ho incontrato molte volte i rappresentanti delle cooperative e con loro ci siamo messi a tavolino. Era stato previsto un nuovo regolamento - che ancora una volta non si è avuto il tempo di portare in assemblea capitolina - che cambiava completamente il sistema, valorizzava al massimo la cooperazione e recuperava lo spirito originario della cooperazione, che a Roma si era perso da troppo tempo.








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