Una preghiera comune per la pace ai piedi del Cristo del Tromen: in questo modo, con una Messa celebrata al confine internazionale, i fedeli di Argentina e Cile hanno commemorato i 65 anni di relazioni tra i due Paesi. La Messa è stata presieduta da mons. Francisco Javier Stegmeier, vescovo di Villarrica in Cile, e concelebrata da mons. Virginio Bressanelli, vescovo di Neuquén in Argentina
La fede, elemento di unità tra i popoli
Nella sua omelia, il presule argentino ha ribadito l’importanza de “la condivisione
nella fraternità”, affinché “i due popoli siano uniti dalla fede, nonostante siano
separati da una frontiera”. “In questo luogo – ha aggiunto dal suo canto mons. Stegmeier
– esprimiamo la nostra fede e Dio ci chiama ad essere uno. Chiediamo al Signore di
farci vivere in pace gli uni con gli altri”.
Iniziativa nata negli anni ’50 per volere di un padre cappuccino
Iniziative a carattere annuale, la Messa e l'incontro presso il valico di frontiera
tra Argentina e Cile sono nate per volere del padre cappuccino Padre Francisco Subercaseaux,
che tra il 1943 ed il 1956 fu parroco di Pucón e missionario nella zona cilena della
Araucanía, dove gli era stata affidata una parrocchia. Fu proprio lui a volere il
“Cristo del Tromen”: collocato presso la zona di frontiera di Mamuil Malal de Curarrehue,
al confine tra Cile e Argentina, il Cristo fu benedetto il 26 febbraio 1950, come
segno e garanzia di pace tra i due popoli. (I.P.)
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