2016-03-14 11:36:00

Giulio Base legge a Roma San Leopoldo Mandic


Torna a Roma san Leopoldo Mandic. Questa sera l’attore e regista Giulio Base leggerà nella chiesa di Santa Maria della Vittoria la vita del confessore Cappuccino croato, le cui spoglie sono state volute di recente da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo della Misericordia. L’evento si inserisce nella rassegna quaresimale "Ritratti di Santi". Appuntamento questa sera alle 21. Al microfono di Paolo Ondarza, Giulio Base racconta come si è accostato alla figura del Santo:

R. – Mi accosto a questa figura come ho fatto le altre volte in cui ho avuto la fortuna di leggere le vite di questi santi nella chiesa di Santa Maria della Vittoria: cercando di studiare un po’ – quanto meno leggere, capire, approfondire un minimo – quella che è stata la loro vita. Devo dire che più approfondisco la vita dei Santi più mi accorgo che ci sono moltissimi comuni denominatori. Ora capisco il motivo per il quale San Leopoldo è stato accostato a padre Pio – del quale ho approfondito un minimo la conoscenza per averlo raccontato nella fiction. Ci sono moltissime caratteristiche comuni tra cui questa di essere instancabile rispetto alla confessione, all’ascolto del prossimo e instancabile di fronte a centinaia, migliaia di persone che volevano confessarsi da lui.

D. – Da regista e attore c’è un aspetto della vita di San Leopoldo Mandić che le offre qualche stimolo per quanto riguarda la sua professione, il suo mestiere?

R. – I film sui Santi hanno tutti l’aspetto di capire come Dio si sia mosso tramite loro. Padre Pio diceva: “Non sono io che faccio i miracoli, è Dio che li fa per me”. Lo stesso fa Leopoldo quando parlava di guarigioni miracolose: parlava di queste persone che si accostavano a lui con tale fede che diceva: “È la fede che portano che li guarisce, non sono io”. Quando c’è il tocco di Dio, io credo che sia sempre meraviglioso poter raccontare storie di questo tipo. Se dovessi partire oggi a scrivere un soggetto, una sceneggiatura su quest’uomo, partirei da quella che lui chiamava “ridicolaggine di uomo”, dalla sua piccolezza, questa sua piccola statura, questo suo sentirsi per certi versi inadeguato, ma un gigante delle fede e della capacità di amore o di misericordia, visto che il tema è proprio questo, verso gli altri.

D. – Leopoldo Mandić santo del confessionale. Che cos’ è per Giulio Base la misericordia?

R. – La misericordia è cercare di mettersi in ascolto degli altri, mettersi un passo indietro rispetto al prossimo o se proprio non si è Santi e non ci si riesce, mettersi allo stesso livello del prossimo, quindi cercare di capire gli altri quanto cerchiamo sempre di capire noi stessi. Rispetto a questo, un piatto di minestra, una coperta, un mezzo di trasporto, una medicina così come serve a me può servire a qualcuno accanto a me o di fronte a me; bisogna cercare di condividere queste cose.

D. – Lei è un protagonista storico della rassegna “Ritratti di Santi”…

R. – ...ne sono veramente onorato...

D. – ...che cosa le ha dato questa partecipazione?

R. – Ogni serata che ho passato in questi anni – non mi ricordo più neanche quanti sono – ogni volta che capita di leggere queste vite, si crea qualcosa di davvero molto particolare con l’assemblea, con la gente che viene. Non è soltanto una lettura in cui io leggo e la gente riceve le parole: è come se, per certi versi, si rivivesse insieme quell’emozione. C’è davvero una forte emozione comune. È indimenticabile. Poi, nel tempo di Quaresima, che cerco di vivere come un tempo forte, queste letture sono veramente dei momenti di pulizia dell’anima in cui si ascoltano le opere, i miracoli, ma anche solo i semplici gesti quotidiani, la capacità d’amore di queste persone che poi, se ci si è messi nel cammino giusto, si cerca nel proprio piccolo di imitare.








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