2016-03-13 13:20:00

Vigilia dei negoziati su Siria: non c'è accordo su Assad


Si riaprono domani a Ginevra, sotto l’egida dell’Onu, i negoziati per riportare la pace in Siria dopo cinque anni di conflitto. Restano distanti le posizioni di governo e opposizione sul ruolo di Bashar al Assad nella transizione del Paese. Obiettivo dei colloqui, trovare l'accordo su un nuovo governo e una nuova Costituzione ed elezioni presidenziali e parlamentari entro diciotto mesi. Intanto sul terreno l’esercito governativo sarebbe pronto a riconquistare il centro archeologico di Palmira, occupato lo scorso maggio dai miliziani del sedicente Stato islamico. Il servizio di Elvira Ragosta:

Riparte in salita il cammino negoziale per la pace in Siria. Il secondo round dei colloqui riprenderà domani, dopo l’interruzione del mese scorso, e proseguirà - annuncia l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan De Mistura - al massimo fino al 24 marzo. “Affinché i negoziati abbiano successo, Bashar al Assad deve lasciare il Paese, vivo o morto”. Questa la condizione posta da Mohammed Alloush, capo negoziatore dell’Opposizione siriana, giunto ieri a Ginevra. Sull’argomento frena il ministro degli Esteri siriano, Walid al Muallem: “Non parleremo con nessuno che voglia mettere in discussione la presidenza", e aggiunge: "Assad resta per noi una linea rossa”. Assenti al tavolo negoziale i curdo-siriani, la cui presenza era stata fortemente caldeggiata dalla Russia. L’inviato dell'Onu, de Mistura, ribadisce che i  curdi costituiscono una componente importante per la Siria e afferma in un’intervista che occorrerà trovare una formula che permetta loro di esprimersi sulla costituzione e sulla forma del prossimo governo siriano. Sul terreno, mentre la tregua regge solo parzialmente, le truppe siriane, sostenute dall’aviazione, si avvicinano a Palmira. Secondo fonti locali, il governo sarebbe pronto a riconquistare l’antica città archeologica, occupata e parzialmente distrutta dal sedicente Stato islamico lo scorso maggio. Mentre nella provincia nord-occidentale di Idlib, secondo quanto denuncia l’Osservatorio siriano dei diritti umani, al Nusra, il braccio armato di al Qaeda in Siria, avrebbe strappato basi e armi ai ribelli filo-occidentali nel corso di violenti scontri scoppiati nella notte. I militanti del fronte al Nusra avrebbero anche preso in ostaggio 40 combattenti della formazione armata che agisce sotto l’egida dell’esercito libero siriano e ha ricevuto in passato aiuti e armi dai Paesi occidentali.

Alla vigilia dei colloqui di Ginevra, anche di Siria si discute oggi a Parigi. Al Quai d’Orsay, il ministro degli Esteri francese Ayrault ospita gli omologhi di Italia, Regno Unito e Germania, nonchè l’Alto rappresentante della politica estera europea per affrontare le principali questioni di politica internazionale.








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