2016-03-09 14:31:00

Elezioni in Niger: tra brogli e carcerazioni, si ritira l'opposizione


In Niger il 21 febbraio scorso si è tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali e per il prossimo 20 marzo è previsto il ballottaggio, ma quello che doveva essere un confronto a due, tra il Presidente uscente Mahamadou Issoufou e lo sfidante ex premier Hama Amadou è diventata una corsa in solitaria. Amadou, dal carcere dove è rinchiuso da novembre scorso, annuncia il suo ritiro denunciando irregolarità, ma lasciando così campo libero al suo rivale per una seconda rielezione. Vediamo nel dettaglio la situazione con Ernesto Manfredi, analista dell’International Crisis Group, intervistato da Stefano Pesce:

R. - Il Niger è un Paese poverissimo; è in fondo a quasi tutti gli indici di sviluppo umano delle varie organizzazioni internazionali che, però, ha grandi risorse nel sottosuolo. Nel 2011 quando Issoufou è arrivato al potere c’erano grandi aspettative per questa presidenza. Issoufou aveva promesso di rimettere in piedi un po’ il destino del Niger. Secondo molti, nella società civile nigerina, non ce l’ha fatta perché si è piuttosto concentrato a rinsaldare le proprie posizioni di potere e ad assicurare all’élite che lo aveva sostenuto, sufficienti guadagni in modo da poter continuare a governare.

D. – Una rielezione di Issoufou viene salutata da vari Stati come una prosecuzione di stabilità. Ma è realmente così?

R. – Issoufou ha giocato tra le varie carte quella della minaccia terroristica; una minaccia esistente perché il Niger è schiacciato su tre parti: al Nord il Mali, a Nord- Est la Nigeria, quindi Boko Haram, e dalla regione del Fezzan nel Sud della Libia. Il problema è che il controterrorismo diventa anche una facile maniera per utilizzare l’insicurezza per dare addosso all’opposizione politica. Il candidato dell’opposizione che avrebbe dovuto competere nel ballottaggio è in galera pur un supposto traffico di bambini il cui dossier risulta piuttosto vuoto.

D. – L’ex premier Amadou dal carcere ha denunciato brogli e irregolarità. La Comunità internazionale sta seguendo queste elezioni in Niger?

R. - No, non le sta seguendo se non in maniera molto blanda. Non ci sono, nonostante queste innumerevoli stranezze nella dinamica politica nigerina del momento, forti pressioni da parte della Comunità internazionale, soprattutto dei partner di sicurezza del Niger, in particolar modo della Francia e degli Stati Uniti che hanno scelto un profilo basso, che osservano e sperano che Issoufou venga fuori da queste elezioni con il minimo danno d’immagine in quanto vedono in lui una garanzia di mantenimento della stabilità e quindi del proseguimento della lotta comune al terrorismo in uno dei pochi Paesi rimasti stabili nella regione. La domanda da farsi è se questa prospettiva di stabilità su cui gli alleati di Issoufou scommettono, sia una stabilità di lungo, medio o piuttosto di breve termine.








All the contents on this site are copyrighted ©.