A Bruxelles è ancora in corso il vertice sulla crisi migratoria tra i capi di governo dei 28 Paesi Ue e la Turchia. Ancora molti i punti da sciogliere per arrivare ad un accordo che metta fine all’afflusso di profughi lungo la rotta balcanica. In queste ore Ankara ha chiesto all'Ue "fondi addizionali" per 3 miliardi per la gestione dei rifugiati. Il servizio di Marco Guerra:
La Turchia alza il prezzo del suo eventuale impegno per gestire il flusso di migranti che dai suoi confini entrano in Grecia per poi risalire la rotta balcanica fino al cuore dell’Europa. A darne notizia e il presidente del Parlamento europeo, il tedesco Martin Schulz, secondo il quale Ankara ha chiesto all'Ue "fondi addizionali" per "3 mld di euro dopo il 2018". Fondi che servirebbero ad Ankara per aiutare i rifugiati siriani con assistenza sanitaria e sostegno all’istruzione. Per fare questo servirebbe una procedura di bilancio aggiuntiva del Parlamento di Strasburgo, previa autorizzazione degli Stati membri.
E mentre da Ankara il presidente Erdogan ha criticato i ritardi nel versamento dei tre miliardi già accordati, a Bruxelles si parla di concedere anche l’attivazione, già dal prossimo giugno, dell’accordo di riammissione Ue-Turchia, la cui attuazione, prevede passi avanti per la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. Si cerca quindi di legare la questione dei migranti con l’accesso della Turchia in Ue. Intanto la cancelliera tedesca Merkel e il premier greco Tsipras ammoniscono eventuali azioni unilaterali degli altri Paesi. Al vertice aleggia infatti la volontà di chiusura di molti Stati dell’Est e del Nord Europa che criticano il piano di ricollocazione dei profughi e il sistema comune di asilo politico. Segnali positivi invece da Ungheria e Croazia che annunciano la riapertura di tre valichi di confine ferroviari, chiusi lo scorso anno per contenere il flusso dei migranti.
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